Michele Cerulario

(Costantinopoli 1000 circa, † ivi 1058). Patriarca di Costantinopoli dal 1043 al 1058. Durante il suo patriarcato si consumò la definitiva rottura tra la chiesa greca e quella latina, il cosiddetto “scisma d’Oriente”, originato sia da controversie teologiche, sia dal rifiuto della chiesa di Bisanzio di riconoscere il primato del vescovo di Roma. Nel 1053, al culmine di alcune dispute dottrinarie, Michele inviò alla chiesa d’Occidente una lettera in cui venivano rivolte tre accuse principali: aver mutato la formula trinitaria decisa nel concilio di Costantinopoli del 778, aver introdotto l’uso del pane azzimo nell’eucarestia, aver imposto l’obbligo del celibato ai sacerdoti. Quando il papa Leone IX inviò, nel 1054, una delegazione allo scopo di chiarire i contrasti, Michele si rifiutò di riceverla. Alla lettera di scomunica nei suoi confronti depositata dai legati pontifici sull’altare di S. Sofia, rispose con una controscomunica di Leone IX pronunciata in un sinodo da lui convocato. Negli anni successivi riuscì a convincere tutte le diocesi d’Oriente a seguirlo nello scisma che si rivelò irreversibile, nonostante i ripetuti tentativi operati nei secoli seguenti per giungere a una ricomposizione.