mesolitico

Negli ultimi decenni del secolo scorso vari autori ritenevano che gli ultimi cacciatori paleolitici d’Europa, identificati nel maddaleniano (paleolitico superiore) e adattati agli ambienti periglaciali, fossero migrati alla fine del tardiglaciale würmiano, inseguendo i branchi di renne verso nord. All’inizio del postglaciale, prima dell’arrivo degli allevatori-agricoltori (neolitico) l’Europa occidentale e media sarebbe stata spopolata: in questo senso veniva interpretato lo iato riscontrabile in varie serie stratigrafiche tra gli strati maddaleniani e quelli neolitici. Quando si cominciarono a trovare industrie che non potevano essere inquadrate né nel maddaleniano né nel neolitico, e che occupavano una posizione cronostratigrafica intermedia tra le due entità, si sentì la necessità di attribuirle a un’età di mezzo, che dopo varie incertezze fu chiamata “mesolitico”. In realtà non vi sono motivazioni scientifiche per considerare come un’entità a sé stante il mesolitico, che appare come un prolungamento del paleolitico superiore, nel quale i cacciatori-raccoglitori si adattano alle condizioni ambientali del postglaciale; tuttavia il termine è utilizzato correntemente dalla maggior parte degli studiosi. Alcuni preferiscono impiegarlo per indicare soltanto i complessi culturali nei quali si realizza la trasformazione economica che porta alla formazione del neolitico, riservando agli altri complessi coevi il termine epipaleolitico. Quanto a noi, intendiamo il termine nella sua accezione più diffusa, per indicare le culture degli ultimi cacciatori e raccoglitori d’Europa di età postglaciale.

  1. Cronologia
  2. Complessi di industrie
  3. Economia, siti, modo di vita
1. Cronologia

La cronologia del postglaciale antico, come quella del tardiglaciale, è fondata sulla zonazione pollinica: al preboreale (10.000-8700 anni dal presente), caratterizzato da clima temperato-caldo e arido, seguono il boreale (8700-7500) a clima caldo e arido, e l’atlantico (7500-4500), a clima caldo e umido. Nel preboreale e nel boreale si completa la deglaciazione dell’Europa settentrionale e le linee di costa risalgono fino a raggiungere i livelli attuali. Il paesaggio vegetale muta sensibilmente, e si presenta differenziato tra le regioni europee occidentali, dove è discretamente arborato, le regioni mediterranee, dove è prevalentemente aperto e steppico, l’Europa media, ricoperta da foreste di betulla e di pino, e l’Europa settentrionale, dominio della taiga e più a nord della tundra.

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2. Complessi di industrie

Caratteristiche del mesolitico sono le industrie a microliti, che si distinguono per l’elevata standardizzazione e l’accentuata microlitizzazione delle armature. Nell’area meridionale il sauveterriano (da Sauveterre-la-Lémance, nell’Agenais) che si sviluppa nel preboreale e nel boreale è caratterizzato dall’associazione di punte a due dorsi, triangoli e segmenti; esso evolve nel castelnoviano (da Châteauneuf-lès-Martigues, riparo della Provenza) di età atlantica, caratterizzato da armature trapezoidali. Più a nord il complesso di Beuron-Coincy è seguito dal complesso di Montbani. Nell’Europa centro-settentrionale e orientale la differenziazione dei complessi è notevole. Le armature microlitiche, che nel sauveterriano hanno dimensioni estremamente piccole (cosiddette selci pigmee), erano inserite in serie su supporti lignei, come dimostrato da alcuni ritrovamenti fatti in depositi torbosi dell’Europa centro-settentrionale, dove sono state trovate frecce e archi di legno.

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3. Economia, siti, modo di vita

In tutte le regioni europee l’attività prevalente dei mesolitici è costituita dalla caccia ai grossi mammiferi (cervo, alce, cinghiale, uro, ecc.), alla quale si aggiunge la pesca lungo i corsi d’acqua. Nei siti costieri si intensifica ulteriormente la raccolta dei molluschi marini eduli e si sviluppa la pesca di grossi pesci nei fondali rocciosi. La raccolta dei vegetali è scarsamente documentata, sembra soprattutto a causa della difficoltà di conservazione dei semi. I siti sono generalmente più piccoli di quelli del paleolitico superiore; nell’Europa centro-settentrionale sono state segnalate piattaforme e pavimentazioni di legno, e allineamenti di pali. Nell’area alpina i cacciatori mesolitici si spostavano stagionalmente dal fondo delle vallate sino alle praterie di alta quota e ai boschi radi immediatamente sottostanti (1900-2400 m). Sono state segnalate sepolture isolate e necropoli neolitiche (Téviec con 23 individui, Hoëdic con 13, Muge con 280, Bïgehakken con 22). Vi sono sepolture doppie (adulto e bambino) e triple (maschio e femmina adulti, più bambino). La posizione dei cadaveri è costante in ogni necropoli; sono presenti offerte funerarie, corredi, oggetti ornamentali, ed è frequente l’uso dell’ocra. La produzione artistica, rispetto a quella del paleolitico superiore, è scarsa. [Alberto Broglio]

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