mercato

Luogo economico dello scambio, dell’incontro tra domanda e offerta. L’esistenza di mercati per lo scambio di beni e servizi si riscontra fin dall’antichità in quasi tutte le società in cui esista una divisione del lavoro tra i produttori o il commercio di beni non disponibili localmente. Le rivoluzioni commerciali della prima età moderna mutarono la scala delle attività di mercato, spostandole sul piano intercontinentale. Mutò al tempo stesso la percezione della sua importanza. Adam Smith interpretò il mercato come il motore dell’accumulo di ricchezze, e quindi di ogni attività economica. Per la teoria economica classica che a lui si ispira il mercato costituisce un meccanismo autoregolamentantesi, in cui il prezzo dei beni è determinato dal livello della domanda e dell’offerta, mentre l’aspirazione al profitto costituisce la spinta alla produzione e alla vendita. Il mercato rappresenterebbe così l’espressione più autentica del capitalismo fondato sulla concorrenza, in quanto il suo meccanismo impersonale garantirebbe l’utilizzazione più efficace delle risorse, sottratte alle decisioni dei singoli. Questa concezione del mercato è alla base delle teorie liberiste che dall’Ottocento in poi sostengono la riduzione al minimo dell’intervento regolatore dello stato nella sfera dell’economia (liberismo). Al concetto di economia di mercato si contrappone quello di economia di piano, fondata sulla pianificazione.