Mencio

(Zhou, Shandong, 372 circa a.C., † ivi 289). Mandarino e filosofo confuciano. Il nome Mencio deriva dalla latinizzazione di Mengzi (maestro Meng). Nel clima del diffuso ordine sociale e politico tipico della Cina a lui contemporanea, si diede a predicare le dottrine di Confucio, rivolgendosi anzitutto ai membri della classe feudale, nella speranza di convertirli a una nuova etica civile e politica. Fu il primo grande seguace, interprete e diffusore del confucianesimo. L’insegnamento di Mencio, tramandato nel Libro di Mencio, in sette capitoli, fu improntato a una concezione ottimistica della natura dell’uomo, dando un’importanza fondamentale all’idea che questa può seguire le vie del bene o del male a seconda delle circostanze favorevoli o sfavorevoli. Perciò è compito di chi detiene il potere di agire in campo economico e politico al fine di far progredire la società a lui sottoposta secondo criteri di benevolenza e di giustizia. Mencio ammise la guerra solo come mezzo di difesa. Il malgoverno delegittimava il potere, così da rendere per contro legittima la deposizione del cattivo sovrano.