massoneria

Associazione segreta sorta originariamente con finalità filantropiche (società segrete). Secondo la leggenda, le origini della massoneria risalirebbero alla corporazione dei muratori e degli architetti che, derivata dai collegia fabrorum romani, si sviluppò nel medioevo, prima con i maestri comacini (VII secolo), poi con le confraternite monastiche per la costruzione di chiese (XI-XII secolo), quindi con le confraternite laiche e le gilde (dal XIV secolo). Le gilde, i cui membri erano divisi in tre gradi (apprendista, lavorante e maestro), curavano la trasmissione della tradizione del mestiere, che comprendeva conoscenze matematiche, artistiche, filosofiche e teologiche. L’insegnamento era segreto e circondato da giuramenti e riti rispettosi dell’ortodossia cattolica. I fratelli muratori erano tenuti all’aiuto reciproco e dal 1376 erano chiamati “freemasons”, “franc-maçons”, framassoni o liberi muratori, perché affrancati dai tributi dovuti alle autorità locali. Nell’associazione erano ammessi anche membri estranei alla professione, chiamati massoni “accettati”: ecclesiastici, con funzioni di assistenza spirituale, nobili e ricchi, che attraverso l’affiliazione si costruivano una rete di utili amicizie e di appoggi segreti in tutta Europa. Nel XVII secolo la confluenza nella massoneria di molti rosacrociani, alchimisti e teosofi eretici fece prevalere gli “accettati” sui muratori di professione. Di conseguenza il contenuto tecnico-professionale cedette il passo all’elemento rituale e dottrinario, che aveva un proprio gergo e una propria simbologia, spesso di derivazione biblica. Nel 1717, dalla fusione di quattro “logge” (sezioni massoniche presiedute da un “Maestro”) nacque la Grande Loggia di Londra, per iniziativa dei teisti Joan Théophile Desaguliers e James Anderson. Oltre all’attività filantropica, la Grande Loggia si proponeva il superamento dei contrasti religiosi tra le diverse confessioni. I princìpi contenuti nelle Constitutions of the Free Masons (1723) del pastore James Anderson e nel New Book of Constitutions (1738) sono ancor oggi considerati la legge fondamentale della massoneria. Anche la nuova fratellanza si divideva nei tre livelli dell’apprendista, del compagno e del maestro. Il massone doveva credere in Dio, “grande architetto dell’universo” (“Gadun”), perfezionarsi spiritualmente, essere suddito fedele del proprio stato e contribuire alla “ricostruzione del Tempio di Gerusalemme”, simbolo di una società fondata su princìpi razionali e filantropici. Dall’Inghilterra la nuova Massoneria si propagò, nel corso del Settecento, nell’Europa continentale, appoggiata dai sovrani illuminati (Federico II di Prussia si affiliò nel 1739), e nel continente americano (furono massoni i protagonisti della lotta per l’indipendenza, come Benjamin Franklin, George Washington, James Madison e Alexander Hamilton). In Francia, dove alla massoneria si iscrivevano soprattutto nobili, nacquero nuovi riti che si richiamavano alla massoneria scozzese, che aveva conservato rituali e simboli “antichi” (forse di origine rosacrociana) e prevedeva un maggior numero di livelli. La massoneria internazionale si divise così in quella razionalista o “moderna”, fedele ai princìpi e ai gradi della Grande Loggia di Londra; e in quella occultista o “antica”, il cui ordine più importante seguì il “rito scozzese antico e accettato in 33 gradi”, che, sorto in Francia nel 1801, divenne il più praticato nell’Europa continentale. In Italia si ebbero logge sia razionaliste (la prima nacque a Firenze nel 1731), sia di rito templare, detto della “stretta osservanza”, affermatosi in Germania intorno al 1750. In Germania alla massoneria aderirono numerosi intellettuali, come Herder, Wieland, Goethe, Lessing e Fichte, che arricchirono la dottrina dell’associazione di un profondo contenuto speculativo. La chiesa cattolica avversò la massoneria per il suo ideale di tolleranza religiosa. Clemente XII (1738), Benedetto XIV (1751) e Leone XIII (1894) scomunicarono i massoni e nei paesi cattolici si ebbero processi dell’Inquisizione e persecuzioni di affiliati. La massoneria iniziò ad avere un ruolo politico, anche se indiretto, nella Rivoluzione francese: molti deputati della prima Assemblea Nazionale e lo stesso Filippo Égalité erano massoni, come lo erano stati alcuni filosofi illuministi, tra i quali Voltaire, che ispirarono i rivoluzionari. L’associazione, i cui membri erano considerati uguali senza distinzioni di ceto sociale e le cui cariche erano elettive, presentava di fatto un modello sociale antitetico all’ancien régime e diffondeva gli ideali illuministici di uguaglianza civile e di libertà di pensiero. Avversata dai giacobini, fu protetta, ma anche controllata, da Napoleone, che se ne servì come strumento di potere e che contribuì a diffonderla in tutta l’Europa. Numerose società segrete politicamente impegnate nel XIX secolo (carboneria, filadelfi, sublimi maestri perfetti, Giovine Italia) nacquero come logge dissidenti della massoneria, di cui conservarono rituali e segni di riconoscimento. Nell’Ottocento la massoneria dell’Europa continentale si politicizzò, mentre in Inghilterra e negli Stati Uniti d’America conservò l’originario spirito teista e cristiano. Come nel secolo precedente aveva sostenuto le idee illuministiche, nell’Ottocento essa promosse la filosofia positivistica. Spesso sposò le cause nazionali, perdendo il carattere cosmopolitico del Settecento. Nell’Italia postunitaria sostenne lo stato laico e la sinistra democratica, contro le forze clericali, reazionarie e conservatrici. In taluni casi esercitò una qualche influenza anche sul movimento operaio socialista e anarchico: Michail Bakunin, Giuseppe Fanelli e Carlo Cafiero erano massoni. Il Grande Oriente d’Italia, che unificò le diverse massonerie locali, nacque nel 1887 e stabilì la propria sede a Roma. Sotto la guida di Adriano Lemmi e di Ernesto Nathan ebbe una grande fioritura e raccolse l’adesione di personalità come Giosue Carducci, Francesco Crispi, Andrea Costa, Enrico Malatesta e Ivanoe Bonomi. Nel 1908 nacque da una scissione la Grande Loggia d’Italia di Piazza del Gesù, di rito scozzese, fondata da Saverio Fera, che ebbe un carattere spiccatamente spiritualistico. La segretezza massonica e l’aiuto reciproco tra i fratelli, che spesso fu utilizzato come mezzo per ottenere favoritismi e facili avanzamenti di carriera, furono criticati dai moderni partiti di massa di ogni tendenza politica. Nel 1925 Mussolini sciolse la massoneria con una legge che proibiva ogni associazione segreta. Il Grande Oriente d’Italia rinacque nel 1947, nel nuovo stato repubblicano, e nel 1973 assorbì la Grande Loggia, anch’essa ricostituitasi nel dopoguerra. Negli anni Settanta la loggia P2 (Propaganda 2), guidata da Licio Gelli, partecipò a oscure manovre eversive contro lo stato democratico italiano, talvolta in collaborazione con servizi segreti, mafia e gruppi terroristici, sollevando serie perplessità sulla presenza di centri di decisione occulti nella vita politica di un sistema democratico (la stessa Costituzione della repubblica italiana vieta con l’art. 18 l’esistenza di associazioni segrete). Negli anni Ottanta la P2 si sciolse, ma ancora negli anni Novanta la magistratura italiana continuò a indagare sull’esistenza di logge “coperte”, sovente implicate in attività illegali. La massoneria italiana vive in questi anni un momento di acuta crisi, testimoniata dalla secessione del Grande Maestro Giuliano Di Bernardo dal Grande Oriente d’Italia e dall’espulsione dello stesso ordine dalla Grande Loggia di Londra (1993).