Marsilio da Padova

(Padova 1275 circa, Monaco di Baviera 1343 circa). Filosofo e scrittore politico italiano. Fu consigliere dell’imperatore Ludovico il Bavaro al tempo della sua lotta con il papato avignonese. La sua opera più celebre è il trattato politico Defensor pacis (1324), in cui propose la separazione del potere politico da quello religioso come fondamento di una convivenza pacifica, libera dalle discordie del periodo. Nel Defensor fu superato per la prima volta il medievale ideale teocratico con una lucida teorizzazione dello stato laico. La chiesa, secondo Marsilio, deve seguire l’esempio di Gesù Cristo, che non esercitò alcuna forma di potere, rinunciare alla pretesa teocratica della “plenitudo potestatis” e dedicarsi esclusivamente alla sua missione spirituale. Il filosofo padovano condivideva l’ideale francescano di una chiesa povera e contestava il primato del papa rispetto agli altri vescovi, attribuendo al concilio il compito di guidare e controllare la vita della chiesa. Il potere politico spetta alla comunità: secondo Marsilio è legge ciò che gli uomini, con la propria ragione, ritengono utile e decidono di imporre, punendo chi trasgredisce. Il potere legislativo spetta alla totalità dei cittadini (“universitas civium”), ma essi lo possono delegare a un organo (“pars principans” o “pars valentior”, dove il termine “valentior” indica la virtù richiesta a chi è chiamato a farne parte). La legittimità dell’organo delegato a governare non deriva dalla sua composizione (monarchica, oligarchica o democratica), ma dalla conformità dei suoi atti alla volontà dell’unico sovrano, che è il popolo. La legge vale indistintamente per tutti, anche per il clero. Lo stato detiene il monopolio del potere coattivo, che utilizza per far rispettare la legge e per garantire la pubblica concordia.