Mari

Antica città dell’alta Mesopotamia, fiorita intorno alla metà del III millennio a.C. Situata sul medio corso dell’Eufrate fu, insieme a Ebla e ad Assur, uno dei principali centri della seconda urbanizzazione nell’area mesopotamica e siriana. Importante per la ricostruzione delle sue vicende è soprattutto l’archivio del palazzo reale, nel quale sono state ritrovate migliaia di tavolette che testimoniano l’attività diplomatica e il ruolo svolto dalla sua corte. Sul piano politico la città fu retta da sovrani chiamati lugal, fra i quali ci sono noti quelli di una dinastia che regnò parallelamente alla prima dinastia di Ur. Come nel caso di Ebla, la popolazione era amorrea, e la lingua delle due città doveva essere simile, appartenendo entrambe al gruppo degli idiomi semiti occidentali. I rapporti fra le due potenti vicine oscillarono fra la ricerca di una pacifica convivenza e la lotta per l’egemonia. Con la zona meridionale della Mesopotamia, dominata dall’elemento sumerico, Mari mantenne buone relazioni (e subì notevoli influssi sul piano culturale) fino a quando non venne travolta, intorno al 2300 a.C., dall’espansionismo accadico per opera di Sargon. Città a vocazione prevalentemente commerciale, fu un punto di transito nevralgico fra la zona siro-libanese e quella mesopotamica.