Manin, Daniele

(Venezia 1804, † Parigi 1857). Uomo politico italiano. Suddito veneziano dell’impero austriaco, ebbe idee repubblicane, ma sostenne a lungo il metodo dell’“agitazione legale” contro l’insurrezionalismo mazziniano. In una “Dichiarazione” dell’8 gennaio 1848 chiese all’impero l’applicazione di una legge del 1815, che prevedeva il rispetto delle nazionalità e un governo separato per il Lombardo-Veneto. Arrestato con Niccolò Tommaseo a seguito di questa richiesta, fu liberato il 17 marzo dal popolo insorto. Manin si pose a capo della ribellione e organizzò la formazione della Guardia Civica, la conquista dell’arsenale e la proclamazione della repubblica (22 marzo). Capo del governo provvisorio, il 4 luglio approvò l’annessione al regno sardo, deludendo Tommaseo, ad essa contrario. Dopo le sconfitte piemontesi di Custoza (luglio 1848) e poi di Novara (marzo 1849), condusse a oltranza l’eroica difesa della repubblica finché la carestia e la diffusione del colera non costrinsero Venezia a capitolare (22 agosto 1849). Andato esule in Francia, poco prima della morte fondò e presiedette la Società nazionale (1857), rinunciando alla pregiudiziale repubblicana e offrendo il proprio sostegno all’iniziativa risorgimentale di Cavour e Vittorio Emanuele II.