(Anversa 1885, † Morat, Berna, 1953). Uomo politico e sociologo belga. Su posizioni socialiste, favorevole all’intervento dello stato nell’economia ma critico verso alcuni aspetti della teoria marxista (soprattutto verso la lotta di classe), nel 1926 scrisse Sulla psicologia del socialismo. Docente di psicologia sociale all’università di Bruxelles dal 1933, fra il 1935 e il 1938 fu ministro dei Lavori pubblici e delle Finanze. Spostatosi su posizioni nazionaliste, fu poi accusato di collaborazionismo durante l’occupazione tedesca del paese. Nel 1946 venne condannato in contumacia a vent’anni di lavori forzati.