luteranesimo

Con questo termine si designa un particolare tipo di cristianesimo, che comprende l’insieme delle chiese che si richiamano a Lutero e – contro il suo volere – portano il suo nome: egli avrebbe voluto che si chiamassero semplicemente “evangeliche”. Il luteranesimo è una delle grandi confessioni cristiane, con 70 milioni circa di membri, gran parte dei quali appartengono alle 105 chiese luterane, nazionali e regionali, sparse per il mondo, che costituiscono la Federazione Luterana Mondiale. Creata nel 1947, la Federazione rappresenta oggi il luteranesimo in campo ecumenico e realizza molte delle sue iniziative di portata internazionale. La data di nascita del luteranesimo può essere fissata nel 1530 quando, alla dieta imperiale di Augusta, alla presenza di Carlo V e dei teologi del papa, venne presentata la confessione di fede delle chiese che avevano aderito all’iniziativa riformatrice di Lutero, che poi si chiamò confessione augustana. Scritta da Melantone in termini il più possibile concilianti, doveva convincere l’imperatore e i membri cattolici della dieta che le riforme attuate nei territori diventati “luterani” erano conformi alla tradizione cristiana antica e soprattutto alla Sacra Scrittura, per cui le chiese “riformate” e quelle rimaste fedeli a Roma avrebbero potuto coesistere pacificamente nel quadro di una cristianità occidentale unita ma meno uniforme di prima. L’Augustana non venne accettata, la proposta di accordo venne respinta e la rottura, già implicita nella scomunica di Lutero, apparve inevitabile. Il Concilio di Trento (1545-63), con le sue scelte dottrinali che condannavano le posizioni di Lutero, la sanzionò definitivamente. Così il luteranesimo si costituì in Occidente come confessione cristiana indipendente da Roma, parallela sia alla cristianità cattolico-romana sia a quella di matrice zwingliana e calvinista, abitualmente chiamata “riformata”, che nel frattempo si era andata formando e consolidando, con epicentro a Zurigo, Berna e Ginevra. Le posizioni di fede del luteranesimo sono quelle classiche della Riforma, che possono essere riassunte nei quattro seguenti princìpi: sola Scriptura (solo la Bibbia è fonte e norma della fede e della vita; la tradizione e la chiesa sono importanti ma non normative); sola fide (è per fede, e non per opere, che siamo giustificati davanti a Dio; le opere sono importanti, anzi indispensabili, non però per ottenere la salvezza ma per esprimerla); sola gratia (la salvezza è per pura grazia, immeritata e incondizionata; non i nostri meriti ce la procurano, ma quelli di Cristo); solus Christus (Cristo soltanto salva, non c’è altro mediatore; né Maria né i Santi lo sono, neppure subordinatamente). L’autorità suprema della chiesa è la Sacra Scrittura (norma normans), mentre altri “testi simbolici” o “scritti confessionali” hanno un’autorità derivata e secondaria (norma normata). Essi sono: i tre “simboli” o confessioni di fede della chiesa antica (il Credo detto Apostolico, il niceno-costantinopolitano, l’atanasiano), i due catechismi di Lutero (1529), la confessione augustana (1530) e la sua Apologia (1531) entrambe di Melantone, gli Articoli di Smalcalda (1537) di Lutero, il Trattato sul potere e il primato del papa (1537) di Melantone, la Formula di Concordia (1577). I sacramenti sono due: Battesimo e Cena del Signore. Sul piano delle strutture le chiese luterane esistono e operano secondo tre diversi modelli: uno episcopale (in tutti i paesi scandinavi), uno sinodale (nella maggioranza delle chiese) e uno misto, in cui l’elemento episcopale e quello sinodale coesistono e si contemperano a vicenda. Per quanto concerne invece i rapporti con lo stato, la dottrina luterana tradizionale è quella dei “due regni” o “due governi” di Dio, che regge il mondo con la sua legge mediante lo stato e con l’Evangelo mediante la chiesa. Il rapporto tra i due “governi” non è precisato: Lutero si limitò a combattere con forza la loro confusione. In concreto, vicende storiche diverse hanno dato vita a situazioni diversissime: ci sono chiese luterane di stato (nei paesi scandinavi), chiese autonome dallo stato ma ad esso collegate per varie forme di collaborazione, e chiese totalmente separate dallo stato. La maggior parte dei luterani vive in Europa ma è forte anche la comunità nordamericana, mentre quella africana, più di quella asiatica, è in rapida espansione. Dopo il cattolicesimo romano e l’ortodossia orientale, il luteranesimo è la confessione cristiana più numerosa. In Italia esiste una chiesa luterana fin dagli anni Venti del XIX secolo: i membri sono circa 5000 e la maggior parte delle comunità è di lingua tedesca, anche se si è accentuata in tempi recenti l’esigenza di dare più spazio all’italiano nella vita della chiesa. Per quanto concerne la storia del luteranesimo, le sue grandi tappe fino a oggi possono essere soltanto accennate. Dopo la morte di Lutero e Calvino, le confessioni luterana e calvinista precisarono le rispettive posizioni di fede e irrigidirono i loro fronti, anche in rapporto all’offensiva della Controriforma: fu il tempo detto della “Ortodossia protestante”. Quel tempo fu accompagnato dalla guerra dei Trent’anni (1618-48), che devastò in egual misura terre e coscienze. Si concluse con la pace di Vestfalia (1648), che sancì definitivamente la divisione della cristianità europea occidentale in tre confessioni: cattolica, luterana e riformata (o calvinista). Nella seconda metà del Seicento sorse il “pietismo” (nome fuorviante, creato dai denigratori), che volle portare a compimento la riforma di Lutero: questa ruotava intorno alla giustificazione del peccatore, il pietismo intorno alla sua santificazione. L’Illuminismo lasciò un segno profondo sul luteranesimo: Kant era luterano e la sua “religione nei limiti della pura ragione”, benché lontanissima dalle formule ortodosse, non dissolve la realtà di Dio nell’imperativo della ragione morale. Con l’Illuminismo nacque soprattutto, in seno al protestantesimo anche luterano, una teologia critica disposta a sottoporre la chiesa, il dogma e la stessa Bibbia a una rigorosa critica storica: la critica non è più esterna ma interna alla fede stessa. Nell’Ottocento, sulla scia del “risveglio” nacquero nel luteranesimo anzitutto un programma di “missione interna” per evangelizzare una popolazione solo nominalmente cristiana; in secondo luogo diverse istituzioni caritative che costituiscono la base della moderna diaconia del luteranesimo; in terzo luogo una diffusa tendenza restauratrice in teologia, sfociante tra l’altro nel cosiddetto “neoluteranesimo”. Una menzione a parte merita, nel luteranesimo dell’Ottocento, S. Kierkegaard (1813-55). Accanto alle correnti conservatrici si affermarono anche, nella seconda metà del secolo, correnti di stampo liberale. Nel XX secolo furono luterani grandi teologi come Paul Tillich, Rudolf Bultmann, Dietrich Bonhoeffer, Wolfhart Pannenberg. Il luteranesimo è oggi molto impegnato nel movimento ecumenico e in un dialogo a tutto campo con le altre confessioni. Nel 1973 luterani e riformati d’Europa hanno sottoscritto la “Concordia di Leuenberg” che stabilisce tra loro la piena comunione ecclesiale. [Paolo Ricca]