Luigi XVIII

(Versailles 1755, † Parigi 1824). Re di Francia dal 1814 al 1824. Fratello di Luigi XVI e del conte d’Artois, il futuro Carlo X, nel 1771 sposò Maria José di Savoia. Durante il regno di Luigi XVI condivise inizialmente la posizione della nobiltà di tendenze liberali, favorevole all’instaurazione di un regime costituzionale sul modello inglese. Compromessosi nel tentativo di favorire la fuga del sovrano, il 20 giugno 1791 lasciò la Francia e raggiunse a Coblenza l’altro fratello, punto di riferimento della nobiltà intransigente. Nel 1793, dopo l’esecuzione di Luigi XVI, assunse il titolo di reggente e nel 1795, con la morte di Luigi XVII, quello di re. Durante il suo esilio si adoperò per il ristabilimento della monarchia borbonica in Francia. Il 6 aprile 1814, dopo la sconfitta di Napoleone, il Senato gli offrì la corona su iniziativa di Talleyrand, l’abile ministro che durante il Congresso di Vienna seppe impedire una pace punitiva per la Francia. Tornato a Parigi nel maggio 1814, Luigi XVIII avviò una politica di riconciliazione nazionale nel quadro di una restaurazione moderata, che ottenne il consenso delle maggiori potenze europee consentendo alla Francia di vedersi riconoscere, con il primo trattato di Parigi (30 maggio), i confini del 1792. Il suo atto politico più significativo fu la concessione, il 4 giugno, di una carta costituzionale sul modello inglese (la Charte octroyée). Rifugiatosi in Belgio durante i “Cento Giorni” di Napoleone, Luigi XVIII ritornò in Francia l’8 luglio 1815, dopo la definitiva sconfitta di Napoleone. Anche allora diede prova di moderazione, accettando il secondo trattato di Parigi (20 novembre 1815), ben più duro del precedente, che determinava consistenti perdite territoriali per la Francia, il pagamento di una forte indennità e l’occupazione da parte di truppe straniere del suolo francese per tre anni. Il sovrano si sforzò di tenere a bada l’opposizione dell’aristocrazia ultras, giungendo a sciogliere nel 1816 la cosiddetta Chambre introuvable, eletta nel 1815 a larga maggioranza realista. Si valse inoltre di moderati quali É. Decazes, alla guida del governo dal 1816 al 1820. Dopo l’assassinio del duca di Berry (1820), crebbe tuttavia il suo condizionamento da parte degli ambienti reazionari, culminato nel 1821 con la nomina a primo ministro di J.-B. Villèle, assertore dell’intervento francese per soffocare il regime costituzionale di Spagna. Morì senza eredi il 16 settembre 1824, lasciando il trono al fratello Carlo X.