luddismo

Il luddismo fu una delle prime e più elementari forme di reazione alla rivoluzione industriale e si espresse nella distruzione o nel sabotaggio delle macchine, considerate responsabili del peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori manuali. Il nome deriva da Ned Ludd, il lavoratore, forse leggendario, che nel 1779 per primo avrebbe distrutto un telaio. Manifestazioni di luddismo si ebbero in Inghilterra già alla fine del XVIII secolo e in Scozia nel biennio 1804-1805, ma la prima grande esplosione di questa forma di protesta risale al 1811. Partita da Nottingham, l’agitazione si diffuse rapidamente in numerose aree industriali del paese. A organizzare la rivolta fu una sorta di società segreta, che nei moderni telai meccanici vedeva la causa del declino della classe degli artigiani tessili e delle dure condizioni di lavoro e salariali, nonché della precarietà del posto di lavoro, della nascente classe operaia. Il governo inglese reagì con una dura repressione, condannando nel 1813 i responsabili con pene che andavano dalla detenzione carceraria alla deportazione, fino all’impiccagione. Una seconda ondata di agitazione luddista si produsse nel 1816, in occasione di una congiuntura economica negativa, ed ebbe anch’essa origine a Nottingham. La repressione militare che seguì creò forti tensioni sociali culminate nella strage di “Peterloo”, a Manchester, con l’uccisione e il ferimento di numerosi operai. Fuori dall’Inghilterra si ebbero rari episodi di luddismo in regioni di recente industrializzazione: in Francia, in Renania e in Svizzera. Il luddismo entrò in crisi, oltre che per la sistematica repressione militare, con la progressiva maturazione del movimento operaio e con la nascita delle prime organizzazioni politiche e sindacali socialiste.