Amendola, Giorgio

(Roma 1907, † ivi 1980). Uomo politico italiano. Figlio di Giovanni Amendola, inizialmente formatosi nell’antifascismo liberale, si iscrisse al Partito comunista nel 1929. Condannato dal fascismo al confino nel 1932, nel 1937 espatriò e in Francia firmò il patto d’unità d’azione fra comunisti, socialisti e gruppi azionisti (1943). Rientrato in Italia, dopo l’8 settembre 1943 partecipò alla Resistenza. Deputato alla Costituente e, in seguito, parlamentare nelle successive legislature, fu sottosegretario alla presidenza nel governo Parri e nel primo gabinetto De Gasperi. Membro del comitato centrale e della direzione del PCI ed esponente della corrente riformista, propose nel 1964 la creazione di un partito unico della sinistra, da realizzarsi attraverso un progressivo avvicinamento al Partito socialista. Fu tra i primi dirigenti del PCI ad auspicare il superamento dell’ostilità di questo verso la Comunità Europea. Esponente della “destra” comunista, si distinse nondimeno per il suo filosovietismo. La sua opera La democrazia nel Mezzogiorno (1957) è un significativo documento del suo attivo meridionalismo. Altre sue opere sono: La classe operaia italiana (1968), Storia del Partito comunista italiano 1921-43 (1978), Una scelta di vita (1976), Intervista sull’antifascismo (1976).