Liguria

Regione della repubblica italiana. Già intensamente abitata in età preistorica, come dimostrano le numerose grotte della regione, nel primo millennio a.C. la Liguria fu sede dell’insediamento della popolazione forse celtica dei liguri, la cui civiltà fu arricchita dai contatti commerciali con gli etruschi e i greci. Conquistata dai romani nel 117 a.C., fece parte della repubblica e dell’impero fino alla caduta della pars Occidentis, dopodiché divenne provincia bizantina (558 d.C.) e, nel 641, ducato longobardo. Difficilmente espugnabile via terra, per la protezione naturale dell’arco delle montagne, che la salvarono dalle invasioni barbariche (ma non da singoli saccheggi nel V secolo), fu invece facile obiettivo di incursioni dal mare, come quelle dei saraceni (IX-X secolo). Dopo la conquista franca (774), conobbe per secoli una pronunciata frammentazione in marche, contee, vescovati e, poi, comuni (XI-XII secolo), fino a che la potente repubblica marinara di Genova non avviò un processo di riunificazione sotto il proprio controllo, che durò dal XII al XVI secolo. Dopo la dominazione francese nell’età napoleonica, nel congresso di Vienna ragioni di opportunità strategica suggerirono alle grandi potenze l’accorpamento della Liguria al regno di Sardegna (1815). Nonostante la persistenza delle idee repubblicane, che trovarono la massima espressione nella personalità di Giuseppe Mazzini e che produssero complotti e moti antisabaudi nel 1834 e nel 1849, la regione non recuperò la propria indipendenza. Dopo l’unità d’Italia (1861), la Liguria si caratterizzò per l’intensa industrializzazione, la forte presenza del movimento operaio e sindacale e l’eroica partecipazione alla resistenza partigiana. Sotto il profilo economico, la vita della regione fu sempre dominata dall’attività mercantile di Genova (che ospita quasi la metà della popolazione regionale), i cui grandi profitti consentirono investimenti in campo finanziario prima e industriale poi. L’agricoltura, ostacolata dal terreno montuoso che impose la tipica organizzazione a terrazze, si rivelò redditizia solo nelle produzioni di pregio (oliveti, floricoltura). L’industrializzazione, per quanto solida, ebbe, comunque, un fattore di precarietà nella sua destinazione, fin dall’età cavouriana, alla produzione siderurgica, esposta a forti oscillazioni. A partire dal fascismo si intensificò, con la nascita dell’IRI, la presenza pubblica, che non risolse strutturalmente i problemi, come dimostra il declino industriale degli ultimi decenni. Tratto tipico della popolazione ligure è anche il basso tasso di natalità, più basso di quello di mortalità, solo parzialmente compensato dal prevalere, nel secondo dopoguerra, delle immigrazioni sulle emigrazioni.