Leopoldo II

(Vienna 1747, † ivi 1792). Arciduca d’Austria, granduca di Toscana dal 1765 al 1790 come Pietro Leopoldo I e imperatore del Sacro Romano Impero dal 1790 al 1792 come Leopoldo II. Figlio di Francesco I di Lorena e di Maria Teresa, nel 1765 succedette al padre alla guida del granducato di Toscana. Si distinse per il suo impegno riformatore, avvalendosi dell’opera di collaboratori competenti (P. Neri, G. Rucellai, F.M. Gianni e F. Ferroni). Tipico esponente del dispotismo illuminato come il fratello Giuseppe II, fu tuttavia dotato di maggiore realismo e fu meno legato a una concezione centralistica del potere. In Toscana dal 1767 al 1775, seguendo le teorie della fisiocrazia, provvide alla liberalizzazione del commercio dei grani e avviò, sotto la direzione di P. Neri e V. Fossombroni, un’opera di bonifica e valorizzazione della Maremma e della Valdichiana. Abolì le corporazioni e avviò una riforma fiscale che cancellava gli antichi privilegi; riformò le amministrazioni comunali, e nel 1786, a coronamento di un’opera di riorganizzazione delle istituzioni giudiziarie basata su ideali di laicismo e di razionalizzazione, promulgò un nuovo codice penale, in cui venivano significativamente aboliti, in nome dei princìpi illuministici, la pena di morte, la tortura e il diritto di lesa maestà. Sul tema dei rapporti fra stato e chiesa fu assertore di una politica ispirata al giurisdizionalismo, che si espresse soprattutto nell’abolizione della Manomorta, dei tribunali del Santo Uffizio, della Compagnia di Gesù e nella tassazione dei beni ecclesiastici. Il progetto costituzionale da lui elaborato fra il 1779 e il 1782, importante per il suo valore teorico, non fu tuttavia applicato. Nel 1790 succedette al fratello Giuseppe II alla guida dell’impero, scosso allora da violente reazioni alla politica del suo predecessore e suggestionato dalle idee della Francia rivoluzionaria. Si trovò quindi costretto suo malgrado a rivedere parte dell’opera del fratello: già nel 1790 dovette fare una serie di concessioni alla nobiltà ungherese; riuscì poi a sottomettere, con l’intervento dell’esercito, i Paesi Bassi austriaci. Nel 1790 firmò con la Prussia il trattato di Reichenbach e il 4 agosto 1791 concluse la pace di Sistova con la Turchia, restituendole Belgrado e la Valacchia. Nell’agosto del 1791 partecipò al convegno di Pillnitz, conclusosi con l’omonima dichiarazione con la quale egli, insieme al re di Prussia Federico Guglielmo II, minacciava un intervento contro i rivoluzionari in sostegno della monarchia francese. La successiva evoluzione della situazione politica in Francia allontanò però questa prospettiva.