Las Casas, Bartolomeo de

(Siviglia 1474, † Madrid 1566). Domenicano spagnolo. Imbarcatosi per l’America per raggiungere il padre Francisco (1502), prese parte alle azioni di conquista contro gli indios ed ebbe in concessione piantagioni nell’isola di Hispaniola. Nel 1510 si fece ordinare sacerdote e aderì alla campagna della chiesa per la cristianizzazione degli indios denunciando le violenze dei conquistatori. Nel dissidio che, all’interno della chiesa, oppose i sostenitori della dignità umana degli indios ai teorici della superiorità razziale dei coloni spagnoli (Sepúlveda, Juan Ginés de), si schierò con i primi. Partito alla volta della Spagna per ottenere leggi in favore degli indigeni (1516), propose la sostituzione degli schiavi americani con le popolazioni africane. Nel 1520 ottenne dal governo un vasto territorio costiero per i suoi esperimenti di vita associata, che furono tuttavia resi impossibili dall’opposizione dei coloni. Divenuto domenicano nel 1523, produsse il Memoriale per il Consiglio delle Indie (1531) e un progetto di riforma (1542) che prevedeva la non ereditarietà del latifondo dato in proprietà ai conquistatori (“encomienda”) e l’istituzione di comunità gesuitiche. Tale progetto fu approvato da Carlo V (1542), che su quella base redasse le Nuove leggi delle Indie. A questo periodo risale anche la Brevissima relazione della distruzione delle Indie (1539, pubblicato nel 1552). Combattuto ferocemente dai coloni e accusato di tradimento, fu costretto a tornare in Spagna (1547) dove si ritirò in convento e scrisse la Storia delle Indie (pubblicata postuma nel 1875).