Kohl, Helmut

(Ludwigshafen, Renania, 1930, viv.). Uomo politico tedesco. Iniziò l’attività politica nell’Unione cristiano-democratica (CDU) nel 1947; nel 1959 fu eletto deputato al Landtag della Renania-Palatinato e nel 1969 nominato primo ministro di quello stato, dove si fece una buona reputazione di capace amministratore. Eletto presidente della CDU nel 1973, si candidò alla cancelleria nelle elezioni del 1976, ma fu sconfitto di stretta misura dal socialdemocratico Schmidt. Si impose invece nel 1983, in seguito alla crisi di governo causata dalla defezione di una parte dei deputati liberali della FDP, partner di governo della SPD. La coalizione CDU-CSU-FDP – grazie a una politica di tagli contenuti alla spesa pubblica, al deciso sostegno al ruolo attivo della Germania nella NATO e alla situazione di prosperità economica – vinse agevolmente anche le elezioni del 1986, che riconfermarono Kohl alla cancelleria. Nel 1990, dopo qualche iniziale perplessità, divenne uno dei più ferventi sostenitori, e dei maggiori artefici, della riunificazione tedesca. Le elezioni dell’autunno, le prime nella Germania di nuovo unita, segnarono così un suo grande successo personale. Nelle elezioni del 1994 Kohl e la sua coalizione – che s’impegnarono attivamente nel processo di unificazione europea – ottennero nuovamente la maggioranza, seppure di stretta misura, ricevendo così il quarto mandato consecutivo. Nelle elezioni del 1998, infine, il cancelliere fu sconfitto dalla coalizione del Partito socialdemocratico e dei Verdi, che portò al governo Gerhard Schröder. Dimessosi dalla direzione del partito, nel 1999 fu accusato di aver ricevuto e gestito fondi neri per la CDU e si trovò in tal modo al centro di uno dei più grandi scandali politico-finanziari della Germania riunificata. Nel 2000 lasciò la CDU e due anni dopo si ritirò ufficialmente dalla vita politica, pur rimanendo fortemente impegnato in numerose attività a livello nazionale e internazionale.