Kirghizistan

Stato attuale dell’Asia centrale. I kirghisi si insediarono nella regione che attualmente abitano nell’Asia centrale, insieme con russi, uzbeki e ucraini, nel XVII secolo. L’annessione del paese all’impero zarista venne completata nel 1876. Allo scoppio della rivoluzione bolscevica del 1917, i kirghisi appoggiarono i controrivoluzionari bianchi. Divenuta una regione autonoma nel 1924, nel 1936 il Kirghizistan fu trasformata in repubblica federata. Nel 1991, in seguito al crollo dell’Unione Sovietica, il paese divenne indipendente. Aderì poi alla Comunità degli Stati Indipendenti. Il suo presidente Askar Akayev, eletto nel 1990, fu riconfermato alle elezioni del 1995 e del 2000. Sotto la sua presidenza, il paese avviò un intenso processo di democratizzazione, che fu tuttavia messo a rischio dalle gravi difficoltà che, a partire dai primi anni Novanta, afflissero la sua economia e dall’infiltrazione di numerosi militanti islamici provenienti dai paesi confinanti. Nel 2001 il governò offrì agli USA l’impiego delle proprie basi aeree per l’invasione dell’Afghanistan. Le elezioni del 2005 si svolsero in un clima di crescenti tensioni che portarono alla destituzione di Akayev, il cui regime era divenuto nel frattempo sempre più corrotto e autoritario. Al suo posto fu nominato Kurmanbek Bakiyev, il quale, rieletto nel 2009, non riuscì tuttavia a venire a capo della grave instabilità politica. In seguito allo scoppio di nuovi violenti disordini nella primavera del 2010, Bakiyev fu costretto a lasciare il paese. Il potere passò nelle mani di un governo ad interim guidato dall’ex ministro degli Esteri Roza Otunbayeva, che, per porre fine agli scontri etnici tra uzbeki e kirghisi, decretò lo stato d’emergenza. In giugno fu approvata, con un regolare referendum popolare, una nuova costituzione. All’indomani delle elezioni parlamentari, svoltesi nell’ottobre dello stesso anno senza sostanziali irregolarità, la Otunbayeva divenne presidente mentre la carica di primo ministro fu affidata a Almazbek Atambayev, leader del partito socialdemocratico, che formò un governo di coalizione. Rassegnate le dimissioni dall’incarico di premier, nelle successive elezioni presidenziali del 2011 Atambayev si impose con un ampio margine.