Khomeini, Ruhollah

(Qom 1900, † Teheran 1989). Capo religioso e uomo politico iraniano. Studioso di teologia, nel 1962 succedette all’ayatollah Kashani come guida degli sciiti iraniani. L’anno successivo dovette abbandonare il paese a causa della sua opposizione alla politica di Reza Pahlavi. In esilio a Parigi, riuscì a dirigere l’imponente movimento di protesta che mise in crisi il regime di Reza Pahlavi e nel 1979, con la fuga dello scià, poté tornare in patria. Nell’aprile dello stesso anno proclamò la repubblica islamica, un regime che intendeva applicare in modo rigido le norme del Corano anche alla vita politica e sociale. Come supremo capo religioso assunse un controllo pressoché totale sulla vita del paese, esautorando tutti gli esponenti del mondo laico, reprimendo con durezza le opposizioni e imponendo una rigidissima restaurazione della morale islamica. Sotto la sua guida l’Iran adottò una politica di dura contrapposizione all’Occidente, che culminò nella vicenda degli ostaggi statunitensi tenuti sotto sequestro per oltre un anno, dal novembre 1979 al gennaio 1981. La situazione economica sempre più difficile e la guerra iniziata nel 1980 contro l’Iraq di Saddam Hussein, portarono Khomeini a adottare una politica più morbida verso l’Occidente a partire dal 1983, senza attenuare però l’integralismo intollerante, come dimostrò anche la sentenza di morte pronunciata nel 1988 contro lo scrittore Rushdie.