Kádár, János

(Salgótarjan, 1912, † Budapest 1989). Uomo politico ungherese. Entrato nel Partito comunista nel 1932, nel secondo dopoguerra fece parte del Politburo e resse il ministero degli Interni (1948-51). Fu poi incarcerato con l’accusa di titoismo (1951-54). Nel 1956, durante l’insurrezione di Budapest, appoggiò dapprima I. Nagy, ma di fronte all’invasione delle truppe del Patto di Varsavia abbandonò ogni resistenza schierandosi apertamente sulle posizioni sovietiche e mettendosi a capo di un governo appoggiato da Mosca. Da allora e fino al 1988 Kádár fu l’uomo forte del regime comunista ungherese, in quanto segretario del partito e primo ministro (carica quest’ultima a cui rinunciò solo nel 1958-61). In campo internazionale ribadì sempre l’assoluta fedeltà alle direttive sovietiche. In politica interna diede corso dapprima a una fase di dura repressione, che ebbe il momento più drammatico nel giugno 1958 con l’esecuzione di Nagy e dei protagonisti dell’insurrezione del 1956. Cercò poi, soprattutto dalla fine degli anni Sessanta, di accreditare l’immagine di un regime più aperto soprattutto in campo economico e culturale. Nel 1988 fu però travolto dai primi effetti della crisi internazionale del comunismo e dovette lasciare la guida del partito e dello stato.