Jaspers, Karl

(Oldenburg 1883, † Basilea 1969). Filosofo tedesco. Avvicinatosi alla filosofia tramite lo studio e la pratica della psichiatria, fu influenzato da Kierkegaard, Nietzsche, Husserl e Weber. Nella Psicologia delle visioni del mondo (1919), prima espressione dell’esistenzialismo tedesco, e nella sua opera principale Filosofia (1932), analizzò il rapporto tra filosofia e scienza e i limiti della conoscenza filosofica: la scienza è conoscenza di oggetti ottenuta con metodi quantitativi e categorie esatte, mentre la filosofia è un’interpretazione soggettiva dell’essere, il cui compito di chiarificazione dell’esistenza è però ostacolato dalla condizione di limitatezza dell’uomo. Ne La situazione spirituale del nostro tempo (1931) espose i propri timori per un mondo privo di difese spirituali di fronte alla crisi della democrazia e dei valori di umanità e tolleranza. Negli anni del nazismo fu osteggiato dal regime, del quale fu un deciso oppositore. Dopo il 1945, pur respingendo la tesi della colpa morale collettiva dei tedeschi, ne denunciò la passività di fronte ai crimini nazisti, ritenendo che questo senso di responsabilità politica avrebbe permesso di fondare in Germania una democrazia sana (La questione della colpa, 1946). Deluso dal clima di restaurazione che si stava invece diffondendo in Germania, si trasferì nel 1948 all’Università di Basilea, dove fu attivo fino al 1961. Ne L’origine e il fine della storia (1949) sviluppò una teologia della storia incentrata sull’“età assiale”, fulcro della storia universale (VIII-II secolo a.C.), che vide nascere le grandi religioni e filosofie dell’umanità; e auspicò l’avvento di una nuova età fondata sulla scienza e la tecnica come elementi di pace e unità. Negli ultimi anni si dedicò intensamente ai problemi politici e filosofici dell’era tecnologica, ritenendo dovere del filosofo adoperarsi per la libertà dell’uomo e la pace del mondo; in quest’ambito rientrano, tra gli altri, gli scritti La bomba atomica e il futuro dell’uomo (1958), Libertà e riunificazione (1960), sulla questione tedesca, Questioni vitali della politica tedesca (1963).