impero

Dal latino imperium (comando), il termine definisce in generale la forma più elevata e completa di governo monarchico, avente al suo vertice la figura dell’imperatore – nella maggior parte dei casi, ma non necessariamente, in veste di sovrano assoluto – in luogo del re. La caratteristica fondamentale di un impero risulta consistere nella sua funzione di superamento e di riunione di separate entità regie e principesche, o di altri tipi di ordinamenti statali subordinati, su spazi territoriali tendenzialmente continentali (e, spesso, extracontinentali), frutto di conquista e dell’espansionismo militare. Il modello classico imperiale di riferimento per la civiltà europea fu quello di Roma, fondato da Cesare Ottaviano Augusto. Tuttavia, ricorrono nella storia universale esempi di imperi precedenti e successivi, aventi caratteri tra loro fortemente diversi (dall’impero cinese al persiano a quello macedone, dall’impero carolingio al Sacro Romano Impero, dall’impero austroungarico a quello napoleonico fino agli imperi coloniali moderni).
Nel corso del Novecento il termine “impero” fu usato anche, in modo difforme dalla definizione precedente, per indicare aggregazioni di potere “imperiale” all’interno dei “blocchi” formatisi nelle particolari condizioni storico-politiche del secondo dopoguerra intorno alle due superpotenze degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica. Più recentemente e soprattutto dopo il 2001, il termine “impero” è stato spesso richiamato in funzione polemica per indicare il primato politico mondiale americano e il suo tendenziale unilateralismo. Lo stesso termine è stato poi usato anche, perlopiù con valenza positiva, per connotare la peculiare fisionomia istituzionale dell’Unione Europea, la quale, diversamente dal modello tradizionale dello stato nazionale, sarebbe caratterizzata dall’ampiezza e frammentarietà dei propri domini, dall’indeterminatezza dei propri confini, dal rapporto dinamico tra centro e periferia, dalla marcata eterogeneità etnica, dal pluralismo giuridico, dall’accentuata differenziazione delle sfere di sovranità e infine da un costante deficit di legittimazione, parzialmente compensato dall’ideologia universalistica espressamente rivolta al perseguimento globale della civilizzazione, della pace e dell’ordine.[Federico Trocini]