Hoxha, Enver

(Argirocastro 1908, † Tirana 1985). Uomo politico albanese. In seguito all’invasione italiana dell’Albania (1939) fu tra i primi animatori della lotta partigiana. Nel 1941 fondò il Partito comunista albanese (dal 1944 Partito del lavoro), del quale fu segretario generale dal 1943 al 1946 e dal 1948 fino alla morte. Nel 1944, grazie al prestigio conquistato durante la resistenza, fu posto a capo del governo provvisorio e del Fronte di Liberazione Nazionale. Dopo la schiacciante vittoria elettorale del 1945, ottenne l’incarico di capo del governo e proclamò la Repubblica popolare di Albania (1946). Strettamente legato all’Unione Sovietica e a Stalin, nel 1948 ruppe le relazioni diplomatiche con la Iugoslavia di Tito. Nel 1950, fece promulgare una costituzione integralmente ispirata a quella sovietica del 1936. Nel 1954 abbandonò ogni incarico di governo, mantenendo però la carica di segretario del PLA. Dopo il XX congresso del PCUS (1956) e l’inizio del processo di destalinizzazione, entrò in contrasto con il nuovo segretario comunista sovietico Kruscëv. Portatore di una concezione dogmatica e intransigente dei princìpi del marxismo-leninismo, rivendicò una continuità con l’esperienza dello stalinismo, connotando la sua politica in senso fortemente nazionalista e autarchico. Rotte le relazioni diplomatiche con l’URSS (1961), si legò alla Cina, da cui prese però le distanze tra il 1978 e il 1980. Il totale isolamento del paese lo costrinse ad avviare rapporti diplomatici con l’Occidente, mentre all’interno del PLA si scatenava una durissima lotta per la sua successione. Morì a Tirana, consegnando al suo successore Ramiz Alia, già capo di stato dal 1982, un paese politicamente autoritario, assai arretrato sul piano economico e scosso da profonde tensioni sociali.