Havel, Vaclav

(Praga 1936, † Hrádeček 2011). Drammaturgo e uomo politico ceco. Esponente fra i più significativi del dissenso nei confronti del regime comunista, partecipò alla “primavera di Praga”, fu firmatario della Carta ’77 e più volte incarcerato fra il 1977 e il 1989, con l’accusa di svolgere attività contro lo stato. Nel novembre 1989 fu tra i fondatori del Forum civico e il principale protagonista della “rivoluzione di velluto”, che provocò il crollo del regime comunista. Eletto nel dicembre 1989 presidente della Cecoslovacchia, assicurò al paese una pacifica transizione alla democrazia e al libero mercato, guadagnandosi grande stima in Occidente. Non poté tuttavia scongiurare gli effetti talora traumatici del rapido passaggio a un diverso sistema politico ed economico e soprattutto l’affermarsi di forti spinte nazionalistiche, alimentate dal clima di liberalizzazione e di incertezza venutosi a creare. Il suo tentativo di salvare l’unità del paese ne fece anzi il bersaglio delle frange separatiste della Slovacchia. A seguito degli accordi sulla separazione tra cechi e slovacchi nel luglio 1992 rimise il mandato di presidente della repubblica federativa cecoslovacca. Dopo lo smembramento dello stato unitario, ufficialmente sancito il 1° gennaio 1993, il 26 dello stesso mese fu eletto presidente della repubblica ceca. La carica gli fu riconfermata nel 1998 e, nel corso del suo secondo mandato, la Repubblica Ceca entrò a far parte della NATO (1999). Nel 2003 gli successe alla presidenza l’ex primo ministro Vaclav Klaus.