hasidismo

(dall’ebraico hasìd, pio). Setta mistica ebraica, sorta in Polonia nel XVIII secolo. Fu fondata da Yisra’el ben Eli’ezer (1700-1788), detto Ba’al Shem Tob (il Taumaturgo), che, rivolgendosi soprattutto agli umili e agli oppressi, insegnò a vedere in ogni cosa, anche nel dolore e nel male, una presenza di Dio e del bene. Le masse ignoranti appresero che non è necessaria la cultura per essere graditi a Dio, ma un atteggiamento spirituale di devozione e di gioia, accessibile anche agli uomini semplici, sotto la guida carismatica dello zaddìk (il giusto). Lo hasidismo si diffuse rapidamente tra le comunità ebraiche polacche, poi anche lituane e russe bianche, suscitando la preoccupazione e l’ostilità dei rabbini, che giunsero a scomunicare i suoi seguaci (1772). Ciò non arrestò lo sviluppo del movimento, che si radicò nell’ebraismo orientale e nel XX secolo fu ripreso da alcune comunità ebraiche americane e da intellettuali ebrei contemporanei (M. Buber).