Guizot, François

(Nîmes 1787, † Val-Richer, Calvados, 1874). Uomo politico e storico francese. Dal 1812 professore di storia moderna alla Sorbona, dopo la Restaurazione fu il principale esponente della corrente dei monarchici costituzionali, sostenitori di Luigi XVIII e della Charte octroyée, come dichiarò nel suo studio del 1816 Sul governo rappresentativo e sullo stato attuale della Francia. Consigliere di stato (1817-20), nel 1822 fu sospeso dall’insegnamento dal governo oltranzista di Villèle. Reintegrato nel 1828, giunse all’apice della sua carriera di uomo politico e di storico durante il regno di Luigi Filippo, quando assunse incarichi di primo piano e divenne il principale teorico dei “dottrinari”. Liberale conservatore, maturò una concezione della politica come espressione delle classi medie, incentrata su un’idea di progresso sociale da raggiungersi attraverso la lotta al radicalismo repubblicano e democratico da un lato e alla reazione dall’altro, in nome dell’ideale del “giusto mezzo”. Ministro degli Interni nel 1830 e dell’Istruzione nel 1832-37, promulgò un’importante legge di riforma della scuola elementare e diede impulso allo studio e all’insegnamento della storia. Dal 1835 si schierò tuttavia su posizioni sempre più apertamente conservatrici: più volte ambasciatore in Inghilterra tra il 1835 e il 1840, fu poi ministro degli Esteri dal 1840 al 1848 e primo ministro dal 1847 al 1848, divenendo in quegli anni la figura dominante della politica francese. Garantì un periodo di stabilità, ma al prezzo di un pesante immobilismo politico, della salvaguardia degli interessi dell’alta borghesia legata alla finanza e agli affari e di un forte autoritarismo. Nel febbraio 1848 innescò la miccia dell’insurrezione parigina vietando alle opposizioni che chiedevano una riforma elettorale (che superasse il limite di censo di duecento franchi da lui difeso) di tenere un proprio banchetto nella capitale. Licenziato da Luigi Filippo, fu costretto ad abbandonare definitivamente la politica e a ritirarsi a vita privata, dedicandosi agli studi storici. Fra le sue opere più importanti gli studi sulla Gran Bretagna: dalla Storia della rivoluzione inglese (1826-27) al suo proseguimento nella Storia della repubblica inglese e di Oliver Cromwell (1854) alla Storia del protettorato di Richard Cromwell e della restaurazione degli Stuart (1856). Scrisse inoltre una Storia generale della civiltà in Europa e una Storia della civiltà in Francia, entrambi frutto del suo Corso di storia moderna (1829-32), in cui si esamina il processo di formazione degli stati nazionali europei e dell’affermazione delle libertà individuali. La sua opera storiografica si caratterizza per la ricerca delle fonti originali, la loro attenta analisi critica (curò tra l’altro la pubblicazione di Documenti inediti sulla storia francese) entro una concezione globale della storia imperniata proprio sulla nozione di civiltà, quel “fatto generale al quale tutti gli altri finiscono per approdare e nel quale si riassumono”.