Gregorio XVI

Al secolo Bartolomeo Alberto Cappellari (Belluno 1765, † Roma 1846). Papa dal 1831 al 1846. Entrato nell’ordine dei camaldolesi, si dedicò allo studio della teologia e della filosofia. Nel 1799 pubblicò Il trionfo della Santa Sede in cui difendeva il potere temporale della chiesa e proclamava il principio dell’infallibilità papale. Dopo aver ricoperto vari incarichi all’interno dell’ordine, iniziò la propria ascesa nelle gerarchie ecclesiastiche nell’età della Restaurazione, al cui spirito aderì pienamente. Succedette come papa a Pio VIII. La sua ascesa al soglio pontificio coincise con l’esplosione dei moti liberali e costituzionali in Europa e in Italia. Quando nell’aprile del 1831 le insurrezioni coinvolsero lo stato pontificio nei territori emiliani e delle Marche, sollecitò l’aiuto dell’Austria e il moto venne immediatamente represso. Al fine di evitare altre insurrezioni, le potenze europee richiesero al papa l’attuazione di riforme che modernizzassero lo stato. Gregorio attuò riforme molto limitate, causando il malcontento di molti settori della popolazione e il mantenimento di presidi armati austriaci e francesi nello stato pontificio fino al 1838. Si oppose strenuamente anche alle nuove teorie che si affermavano nel mondo cattolico, in particolare al cattolicesimo liberale diffuso in Francia da Lamennais. Condannò le teorie di Lamennais con due successive encicliche, Mirari Vos (1832) e Singularis Nos (1834). Negli stessi anni entrò in contrasto con i sovrani di Spagna e Portogallo per alcune leggi che limitavano i poteri della chiesa, con la Prussia per la questione dei matrimoni tra coniugi di diverse confessioni e con la Russia per le discriminazioni contro le comunità cattoliche.