Grandi, Dino

(Mordano, Bologna, 1895, † Bologna 1988). Uomo politico italiano. Seguace di Mussolini, aderì fin dal principio al fascismo, divenendo uno dei capi storici dello squadrismo emiliano. Partecipò alla marcia su Roma nel 1922 e fu eletto deputato nel 1924. Dopo l’intransigenza giovanile (fu ostile al “patto di pacificazione” con i socialisti), divenne fautore di una politica moderata e legalitaria. Dal 1929 al 1932 come ministro degli Esteri, e quindi come ambasciatore a Londra (1932-39), si adoperò per un avvicinamento all’Inghilterra, osteggiando l’ipotesi di un’alleanza con la Germania nazista. Nel 1939 fu nominato presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni e fu ancora ministro di Grazia e Giustizia tra il 1939 e il 1943. Il suo nome è legato soprattutto al famoso “ordine del giorno” del 24 luglio 1943, la mozione di sfiducia che portò alle dimissioni di Mussolini e che segnò la fine del regime fascista nella penisola e, dopo una breve parentesi, l’inizio della drammatica esperienza della Repubblica Sociale Italiana. Condannato a morte dai tribunali della RSI e fuggito nel frattempo in Portogallo, risiedette in Brasile e poi in Spagna. Fece ritorno in Italia al principio degli anni Sessanta.