Goebbels, Joseph Paul

(Rheydt 1897, † Berlino 1945). Uomo politico tedesco. Dopo gli studi filosofici, entrò nel Partito nazionalsocialista (1922) svolgendo attività pubblicistica e schierandosi con l’ala sinistra di Strasser, di orientamenti anticapitalistici e socialisteggianti. Nel 1925 prese le distanze dalla sinistra e si avvicinò a Hitler, allora uscito di prigione. Negli anni immediatamente successivi ebbe un ruolo decisivo nella riorganizzazione del partito (ritornato alla legalità), nell’edificazione di una rete organizzativa di dimensioni nazionali e nell’affermazione di Hitler come suo capo indiscusso. Nominato nel 1926 responsabile generale della sezione di Berlino, fondatore e direttore, a partire dal 1927, del giornale “Der Angriff”, deputato al Reichstag dal 1928, manifestò grandi doti organizzative. Fu dunque nominato nello stesso 1928 responsabile della propaganda del partito e quindi nel 1933, dopo l’ascesa di Hitler alla cancelleria, ministro dell’Informazione e della Propaganda – carica che mantenne fino al 1945. Nel settembre del 1933 divenne presidente della Camera per la cultura del Reich. Con queste funzioni si dedicò a un immenso sforzo di nazificazione della vita spirituale e culturale tedesca, impiegando in modo sistematico le più moderne tecniche di propaganda e di mobilitazione di massa. Con un controllo totale sulla stampa, la radio e il cinema, organizzò una rigida censura, irreggimentò gli intellettuali, promosse i celebri roghi di libri, violente campagne contro l’“arte degenerata” e una agguerrita propaganda di odio contro gli ebrei; al tempo stesso, diffuse in modo capillare l’ideologia nazista e il mito del Führer. Ebbe un ruolo decisivo durante la seconda guerra mondiale nel sostenere la necessità della guerra totale e i principi nazisti del nuovo ordine europeo. Soprattutto all’indomani dello sbarco in Normandia e del fallito attentato contro Hitler (20 luglio 1944), quando gli fu affidato il Commissariato per la guerra totale, il suo potere crebbe enormemente, nonostante i contrasti che lo opponevano a Heinrich Himmler. Indicato da Hitler come suo successore alla cancelleria, per non arrendersi agli alleati si tolse la vita insieme alla moglie e ai figli alla vigilia della caduta di Berlino, poco dopo la morte del Führer.