Gladstone, William Ewart

(Liverpool 1809, † Hawarden 1898). Uomo politico inglese. Di estrazione borghese, studiò a Oxford e a Eton, coltivando profondi interessi umanistici e religiosi. Scrisse varie opere sul problema del rapporto tra stato e chiesa. Deputato dal 1832, si schierò inizialmente nelle file del conservatorismo liberale peeliano per poi passare al partito liberale, di cui fu il maggiore leader in parlamento, nel paese e alla testa di vari governi. La sua carriera politica, durata oltre sessant’anni, s’intrecciò nell’epoca vittoriana con l’ascesa della Gran Bretagna a prima potenza europea e con la crescita dell’impero britannico, rispetto al quale egli tenne un atteggiamento contraddittorio, scisso tra un tendenziale e affermato pacifismo e le necessità della ragion di stato, per cui fu fautore della guerra di Crimea (1853-56) e dell’occupazione dell’Egitto (1882). A prescindere dal suo rapporto conflittuale con la regina Vittoria, in politica il suo maggiore antagonista fu Benjamin Disraeli, il cui pragmatico “conservatorismo democratico” costituì per un trentennio il contraltare di una politica ispirata ai princìpi liberali, formalmente più coerente ma rimproverata spesso di ipocrisia. Dopo esperienze ministeriali minori nel primo ministero Peel (1834-35), Gladstone ebbe nel secondo ministero Peel una funzione primaria come responsabile del commercio e poi delle colonie (1841-46), dando un contributo decisivo alla battaglia che doveva portare all’abolizione delle leggi protezioniste sul grano (1846). Caduto il governo Peel a seguito della divisione dei conservatori tra protezionisti e liberisti, Gladstone si mantenne per sei anni fuori da incarichi ministeriali e accentuò ulteriormente le caratteristiche liberali del conservatorismo peeliano. A seguito di un viaggio in Italia (1850-51), denunciò in alcune lettere pubbliche a George Aberdeen l’arretratezza del regime borbonico, riscuotendo grande popolarità presso i patrioti italiani. Dopo aver causato nel 1852, con un infiammato discorso parlamentare contro la politica economica di Disraeli, le dimissioni del ministero conservatore di Edward Derby, Gladstone ritornò al governo con Aberdeen (1852-55). Passato dalla parte dei liberali, nel ministero Palmerston fece approvare il trattato liberista del 1860 con la Francia, negoziato da Richard Cobden. Divenuto leader parlamentare dei liberali dopo John Russell (1865), Gladstone guidò il partito alla vittoria nelle elezioni del 1868, all’indomani di una riforma elettorale (1867) che aumentava in misura consistente la partecipazione al voto. Formò quindi il suo primo governo (1868-74), che si caratterizzò per un’intensa attività riformatrice e per l’adozione di numerosi importanti provvedimenti: l’Irish Church Act (1869), che sopprimeva i privilegi della chiesa anglicana in Irlanda; l’Irish Land Act (1870) per lo sviluppo capitalistico delle campagne irlandesi; l’Education Act (1870) e l’Universities Text Act (1871) sulla laicizzazione dell’istruzione; il Ballot Act (1872) sul voto segreto. Realizzò inoltre il riconoscimento legale delle Trade Unions (1871), un’importante riorganizzazione dell’esercito e la riforma giudiziaria (1873). Messo in minoranza da Disraeli sui problemi del pacifismo e del neutralismo (che fu rispettato nei riguardi del conflitto franco-prussiano), dell’antiespansionismo coloniale e dell’antiprotezionismo, Gladstone fu infine battuto nelle elezioni del 1874. All’opposizione negli anni Settanta, nel 1879 ottenne una nuova e grande vittoria elettorale, dopo una straordinaria campagna di mobilitazione dell’opinione pubblica contro la politica filoturca di Disraeli. Formò così il suo secondo ministero (1880-85), che praticò una politica coloniale contraddittoria (occupazione dell’Egitto) e che si distinse soprattutto per l’approvazione di una nuova importante riforma elettorale (1884), cadendo poi sul problema della concessione dell’autonomia all’Irlanda richiesta dai deputati irlandesi di Charles S. Parnell e da una parte dei conservatori e dei liberali, alla quale in un primo tempo egli si oppose. Il capovolgimento della sua posizione gli consentì comunque di vincere nuovamente le elezioni del 1885 e di varare il suo terzo governo (gennaio-luglio 1886) che avviò il disegno di legge sull’autogoverno irlandese (Home Rule), determinando nel contempo la scissione del partito liberale, la creazione del partito unionista di Joseph Chamberlain e infine la caduta del governo. Ormai ottantenne, formò ancora un quarto ministero (1892-94), durante il quale il progetto dell’Home Rule fu approvato alla Camera dei Comuni e poi bocciato alla Camera dei Lord. Ritiratosi dalla politica attiva, tra il 1895 e il 1897 Gladstone uscì ancora sulla scena pubblica partecipando alla protesta antiturca contro il genocidio degli armeni.