Giuseppe Flavio

(Gerusalemme 37, † Roma 101 circa). Storico ebreo. Entrato nella setta dei farisei nel 56, dopo un viaggio a Roma nel 64 divenne fautore di una politica di compromesso con l’impero. Fatto prigioniero dai romani nel corso della guerra giudaica (67), fu liberato da Vespasiano (da quel momento aggiunse al suo nome quello della gens Flavia). Rimasto al seguito imperiale, fu interprete di Tito durante l’assedio di Gerusalemme e nel 70 fece ritorno a Roma. Scrisse la Guerra giudaica (in 7 libri) in aramaico, poi tradotta in greco, in cui, fondandosi sulle sue osservazioni oltre che sui commentari di Vespasiano e Tito, si narra la storia della Palestina sino alla caduta di Gerusalemme. Il suo capolavoro, anch’esso pervenutoci, furono le Antichità giudaiche, in 20 libri, che videro la luce intorno al 93, una storia del popolo di Israele dai tempi biblici sino all’età di Nerone basato, oltre che sulla Bibbia, sull’opera di Nicola Damasceno.