Giuliano, Flavio Claudio

(Costantinopoli 331, † Ctesifonte 363). Imperatore romano dal 361 al 363. Figlio del fratellastro di Costantino I, Giulio Costanzo, visse all’età di appena sei anni la tragedia del massacro della famiglia, al quale sopravvisse insieme al solo fratellastro Costanzo Gallo. Trascorse la sua fanciullezza in esilio, ricevendo un’austera educazione cristiana. Dopo il richiamo a corte di Gallo, nominato Cesare, poté terminare i suoi studi a Efeso e ad Atene, studiando alla scuola dei più famosi filosofi e retori dell’epoca e allontanandosi sempre più dalla religione cristiana. Dopo la decapitazione di Gallo (354), fu nominato Cesare (355). Gli fu affidato il governo delle Gallie, forse proprio nella speranza di un suo fallimento. Egli, invece, nel giro di tre anni ricacciò al di là del Reno gli invasori franchi e alamanni, ristabilì la pace all’interno e alleggerì la pressione fiscale guadagnandosi il favore popolare. Nel 360 i suoi soldati, dopo essersi rifiutati di obbedire all’ordine di Costanzo II di trasferirsi sul fronte orientale, lo proclamarono imperatore. Soltanto la morte improvvisa dello stesso Costanzo, evitò lo scontro tra i due. Imperatore filosofo e letterato (scrisse anche alcune opere tra cui il Misopogon e i Caesares), di credo pagano, sancì l’universale tolleranza religiosa e restituì ai templi e ai sacerdoti pagani i loro antichi privilegi. Realizzò numerose riforme economiche che miravano al decentramento amministrativo e alla restituzione delle autonomie municipali; riadeguò il rapporto oro-argento, favorendo una ripresa dell’economia; ridusse notevolmente gli agentes in rebus. Non perseguitò i cristiani, ma li allontanò dall’insegnamento dei classici. Nel 363 condusse una spedizione militare in Oriente; qui, diviso l’esercito in due tronconi, procedette vittorioso oltre il Tigri e l’Eufrate e giunse presso Ctesifonte, ma nel tentativo di riunirsi con l’altra parte dell’esercito, fu ferito a morte.