Giovanni Paolo II

Al secolo Karol Wojtyla (Wadowice 1920, † Città del Vaticano 2005). Papa dal 1978 al 2005. Ordinato sacerdote nel 1946, fu docente di etica all’Università cattolica di Lublino e nella facoltà di teologia di Cracovia. Arcivescovo di Cracovia (1964), nel 1967 divenne cardinale. Negli anni vissuti in Polonia scrisse numerosi studi filosofici, ma anche raccolte di poesie e opere teatrali. Successore di Giovanni Paolo I e primo papa non italiano dai tempi di Adriano VI (1522-23), unì una grande e moderna capacità di comunicazione alla rigorosa difesa della tradizione dottrinaria. Deciso a riaffermare il ruolo della Chiesa nel mondo contemporaneo, iniziò sin dai primi mesi del suo pontificato una intensa attività di viaggi in diverse parti del mondo. Nel corso di queste missioni, così come nei diversi documenti ufficiali, manifestò il proprio impegno nella difesa dei diritti dell’uomo e nella rigorosa riaffermazione della dottrina e dell’etica cristiana, in particolare per quanto riguarda i problemi della famiglia e della sessualità. Nei primi anni del suo pontificato promulgò le encicliche Redemptor Hominis (1979), sulla centralità del messaggio cristiano per la redenzione dell’uomo, e Laborem Exercens (1981), sui problemi del lavoro. Il 13 maggio 1981 fu gravemente ferito in piazza S. Pietro dal terrorista turco Alì Agca, attentato sui cui mandanti e scopi non è ancora stata fatta piena luce. Nel 1983 promulgò il nuovo Codice canonico per la Chiesa latina, seguito nel 1990 da quello per le Chiese orientali; attuò la riforma della curia e autorizzò la pubblicazione della nuova traduzione della Bibbia in latino, detta Neo Volgata, e del nuovo catechismo per la Chiesa universale. Attento a difendere l’unità della Chiesa e la suprema autorità del pontefice, contrastò iniziative scismatiche come quella di monsignor Lefebvre, capofila delle correnti più conservatrici e ostili allo spirito di rinnovamento del concilio Vaticano II, e condannò gli esponenti delle correnti più progressiste come il teorico della “teologia della liberazione” padre Boff. Tra le sue più significative encicliche vanno ricordate: Mulieris Dignitate (1988), nella quale si ribadiva l’opposizione al sacerdozio femminile; Redemptoris Missio (1990), sull’attività dei missionari; Centesimus Annus (1991) che, nel centenario della Rerum Novarum di Leone XIII, riprendeva la dottrina sociale cattolica basata sui principi del solidarismo; Evangelium vitae (1995), contro l’aborto, l’ingegneria genetica e l’eutanasia; Fides et ratio (1998), pubblicata nel ventennale dell’elezione al soglio pontificio. Negli stessi anni cercò di favorire il dialogo ecumenico con la Chiesa ortodossa e con le Chiese protestanti e favorì aperture e rapporti nuovi con le religioni non cristiane, in particolare con gli ebrei, i musulmani e le religioni dell’Estremo Oriente. Costante fu il suo impegno nella politica internazionale, in particolare sulle questioni dei diritti dell’uomo, della pace e della difesa dell’ambiente. In questo ambito sono da ricordare le giornate universali di preghiera organizzate ad Assisi a partire dal 1986; gli incontri con il presidente sovietico Gorbacëv (1989 e 1990), che accompagnarono i grandi rivolgimenti nei paesi dell’est europeo tra il 1989 e il 1991; gli interventi per scongiurare la prima e la seconda guerra del Golfo (1991 e 2003) e per sollecitare la comunità internazionale a intervenire nella grave crisi che nella prima metà degli anni Novanta sconvolse i territori della ex Iugoslavia. Nonostante le sue precarie condizioni di salute, continuò per tutti gli anni Novanta i suoi viaggi pastorali. Tra essi ebbero un significato storico di grande rilievo quelli nelle repubbliche baltiche (1993), a Manila (1995), a Berlino (1996), a Sarajevo e a Beirut (1997), a Cuba (1998), in Israele (2000). Nel Natale del 1999 inaugurò l’Anno Santo con l’apertura della Porta Santa di San Pietro. Nel maggio 2011 fu proclamato beato.