giansenismo

Movimento spirituale inaugurato dall’opera Augustinus del vescovo d’Ypres Giansenio, pubblicata postuma a Lovanio nel 1640. In essa si esponeva la dottrina di Agostino d’Ippona, enfatizzando la gratuità della predestinazione e la prevalenza della grazia efficace sulla volontà e sulla legge. Il libro divise i vescovi francesi e la facoltà di teologia della Sorbona. Tra i difensori del testo si distinsero Duvergier de Hauranne, già amico di Giansenio, e Antoine Arnauld, focoso polemista. Nel 1653 papa Innocenzo XI con la bolla Cum occasione condannò cinque proposizioni estrapolate dall’Augustinus innescando un’annosa controversia. Le persecuzioni, la condanna di Arnauld (1654) e l’ostilità dei potenti gesuiti rinsaldarono il movimento giansenista, che contava tra gli aderenti e i simpatizzanti eccellenti scrittori, tra i quali il filosofo Blaise Pascal, autore delle Lettres Provinciales (1657). Centri di irradiazione della spiritualità giansenista furono le abbazie di Port-Royal e di Port-Royal des Champes. Più volte, fino alla distruzione definitiva del 1709, alle suore della remota abbazia furono sottoposti per la firma formulari e deliberazioni, e più volte il loro diniego ne causò la dispersione. La controversia, mai del tutto sopita, riesplose nel 1713 con la bolla Unigenitus di papa Clemente XI, che censurava Le Nouveau Testament en français, più noto con il titolo di Reflexions Morales dell’oratoriano Quesnel, che era amico di Arnauld e aveva composto l’opera fin da 1671. Nella vasta reazione contro la bolla papale giocò in maniera crescente la componente anti-romana e gallicana. Sul finire del secolo il giansenismo degenerò talora, come nel caso dei convulsionari, in forme di grossolano fanatismo. In Italia l’iniziativa giansenista culminò nel sinodo antipapale di Pistoia del 1786, le cui deliberazioni furono condannate da papa Pio VI nel 1794. Un notevole circolo giansenista si riunì a Pavia intorno all’abate Tamburini, sovrapponendo alla riflessione teologica l’adesione alle politiche giurisdizionalistiche dell’imperatore Giuseppe II.