giacobini

Movimento politico sviluppatosi all’epoca della Rivoluzione francese. Ebbe un ruolo di primo piano tra il 2 agosto 1792 e il 27 luglio (“termidoro”, secondo il calendario repubblicano) 1794. Il club giacobino sorse nel 1789 come “Società degli amici della Costituzione”, di tendenze monarchico-costituzionali. Fu fondato da un gruppo di deputati bretoni dell’assemblea degli Stati Generali (il club Breton) e derivò il nome di “giacobino” dal collegio dei Jacobins, situato in rue Saint-Honoré a Parigi, dove teneva le sue riunioni. Ne fecero parte numerosissimi protagonisti della rivoluzione, come l’abate Sieyès, Mirabeau, La Fayette, Robespierre e Saint-Just. Il club giacobino seguì una rigorosa disciplina interna, con frequente ricorso all’epurazione dei dissidenti e di coloro che erano ritenuti moralmente indegni. Fu quindi il gruppo politico più forte e compatto della rivoluzione. L’alto costo di iscrizione consentì solo agli esponenti dei ceti agiati di farvi parte, mentre i rivoluzionari di estrazione popolare confluivano nel raggruppamento rivale dei cordiglieri. Dopo il tentativo fallito di fuga del re Luigi XVI nel 1791, un acceso dibattito interno portò il club alla scissione e al cambiamento di nome. I fautori delle istituzioni monarchiche costituirono allora il club dei foglianti. I rimanenti trasformarono il nome in “Società degli amici della libertà e dell’uguaglianza” e si orientarono verso una linea politica democratica e repubblicana. Nel 1792 il dibattito sulla guerra provocò una nuova scissione tra i giacobini, contrari alla dichiarazione di guerra agli stati assolutisti, e il gruppo dei girondini, favorevoli invece al conflitto. In questo periodo s’impose la leadership di Robespierre, che rimase indiscussa fino alla sua morte. Segno della nuova tendenza fu la rivendicazione della soppressione della divisione dei cittadini in politicamente passivi, attivi ed eleggibili, istituita dalla costituzione del 1791, di un ordinamento repubblicano e di un forte accentramento politico, contro gli ideali liberali e liberisti dei girondini. Robespierre impresse al movimento e alla Francia, un indirizzo deistico e il culto dell’Essere Supremo, integrato dall’esaltazione intransigente della “virtù” come principio della vita associata e del governo politico. Nel giugno 1793, sconfitti i girondini, i montagnardi (giacobini, cordiglieri e altri deputati di sinistra della Convenzione) conquistarono il potere politico in una fase convulsa della rivoluzione e governarono con metodi dittatoriali (il “Terrore”). Con la morte di Robespierre e la reazione termidoriana il club giacobino fu politicamente sconfitto e divenne oggetto di persecuzioni (“terrore bianco”). Con il divieto di riunione (11 novembre 1794) il circolo venne disperso. Ricostituito nel 1795 da Babeuf come club del Panthéon, sciolto nel 1796, ricostituito nel luglio 1799 da Prieur de la Marne, Bouchotte e Le Peletier, fu definitivamente sciolto nell’agosto 1799. Alcuni dei suoi membri confluirono in società clandestine come la Società del Panthéon di Babeuf.