Alessandro III Romanov

(Pietroburgo 1845, † Livadija, Crimea, 1894). Zar di Russia dal 1881 al 1894. Salì al trono dopo l’assassinio del padre, Alessandro II, perpetrato da rivoluzionari populisti. Annullò subito gran parte delle riforme del padre, introducendo tra l’altro pesanti limitazioni delle libertà personali e di espressione e governando il paese con uno spirito del tutto reazionario. Perseguì una politica ultranazionalistica e slavofila, perseguitando sia gli ebrei sia le minoranze linguistiche, in particolare baltici e polacchi. Inferse duri colpi alle organizzazioni populiste, ma non riuscì a schiacciare l’opposizione, nella quale andavano emergendo i marxisti. Proseguendo la politica di espansione verso Oriente diede il via, nel 1891, ai lavori per la costruzione della ferrovia transiberiana. In politica estera favorì l’avvicinamento alla Francia, sancito dai trattati del 1893-94, che gettò le basi per la successiva creazione dell’Intesa anglo-franco-russa, che avrebbe fronteggiato gli “imperi centrali” nel corso della prima guerra mondiale. Il rafforzamento dei rapporti con Francia e Inghilterra favorì l’arrivo in Russia dei capitali che contribuirono in modo decisivo allo sviluppo industriale del paese. Gli succedette il figlio Nicola II.