Gambetta, Léon

(Cahors 1838, † Ville d’Avray 1882). Uomo politico francese. Avvocato, nell’aprile 1869 presentò il Programma di Belleville, prima espressione compiuta delle concezioni radicali (suffragio universale, difesa della laicità dello stato e dell’istruzione pubblica e maggiore eguaglianza sociale) e nello stesso anno fu eletto deputato. Contrario alla guerra contro la Prussia di Bismarck, dopo la sconfitta di Sedan (1870) divenne il leader della resistenza francese e proclamò la repubblica: ministro degli Interni nel governo provvisorio di difesa nazionale presieduto dal generale J. Trochu, dopo aver abbandonato Parigi in aerostato organizzò la leva di massa nelle province per continuare la lotta contro i prussiani. Contrario all’armistizio del 28 gennaio 1871, si dimise dall’incarico. Rieletto deputato nel 1871, si oppose alle clausole della pace che prevedevano la cessione dell’Alsazia-Lorena, lo stanziamento di un esercito di occupazione in Francia e il pagamento di una forte indennità di guerra. Capo dell’Unione repubblicana, sostenne il governo Thiers opponendosi al generale Mac-Mahon. Nel 1877 l’Unione repubblicana da lui guidata riportò un grande successo elettorale alla Camera, e due anni dopo ottenne la maggioranza anche al Senato. Fra il 1879 e il 1885 rappresentò con Ferry l’ala “opportunista” del suo partito e prese posizione a favore dell’espansione coloniale francese. Primo ministro fra il 1881 e il 1882, non poté realizzare il suo programma riformista per l’opposizione della destra e dei repubblicani di tendenza radicale, che lo costrinsero alle dimissioni due mesi dopo aver assunto l’incarico.