Gallieno, Publio Licinio Egnazio

(218 circa, † Milano 268). Imperatore romano dal 253 al 268. Figlio di Publio Licinio Valeriano, fu associato all’impero dal padre immediatamente dopo la sua proclamazione. Esercitò il suo potere sull’Occidente e combatté con successo contro alamanni, franchi, marcomanni, quadi, goti e contro l’usurpatore Ingenuo. Nel 260 il padre, che aveva mosso guerra ai persiani, fu fatto prigioniero dal re Sapore; l’impero era minacciato da Oriente e da Occidente, ovunque sorgevano nuovi usurpatori. Egli riconobbe Postumo nelle Gallie e attribuì il titolo di dux a Odenato di Palmira, che sconfisse i persiani, ma alla morte di quest’ultimo non riuscì a controllare il potere della sua vedova Zenobia e del figlio Vaballato. Sconfisse infine Aureolo che si era proclamato imperatore a Milano. Fu assassinato in una congiura di ufficiali che proclamarono suo successore Claudio il Gotico. Fieramente avversato dal senato, che privò anche dei poteri militari, fu un intellettuale raffinato, ma anche pragmatico. Fu tollerante nei confronti del cristianesimo.