Fujimori, Alberto

(1938, viv.). Uomo politico peruviano. Figlio di immigrati giapponesi, agronomo, estraneo all’establishment politico, vinse a sorpresa le elezioni presidenziali del 1990 appoggiato da un movimento eterogeneo di intellettuali, tecnici, industriali ed evangelici denominato “Cambio ’90”. Salito al potere, adottò, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale, misure drastiche per il risanamento dell’economia che penalizzarono fortemente gli strati più deboli. Nel 1992 sciolse il parlamento e modificò la costituzione, introducendo un sistema monocamerale e la possibilità della rielezione del presidente. Tali modifiche costituzionali furono approvate mediante un referendum popolare nel 1993. Rieletto nel 1995, Fujimori accentuò i tratti autoritari del suo governo, appellandosi tra l’altro all’esigenza di stroncare le organizzazioni guerrigliere di Sendero Luminoso e del movimento Tupac Amaru, che realizzò nel dicembre 1996 uno spettacolare assalto all’ambasciata di Lima, stroncato nel sangue, dopo mesi di trattative, nell’aprile del 1997. In base a una legge approvata nel 1996 dal parlamento – un parlamento controllato dal suo partito – Fujimori ottenne la possibilità di ricandidarsi per la terza volta alle elezioni presidenziali del 2000. La sua vittoria nel maggio 2000 fu però violentemente contestata dalle opposizioni e dall’opinione pubblica internazionale, che accusarono il presidente di brogli elettorali. L’emergere di gravi scandali politico-finanziari accentuò l’instabilità e grandi manifestazioni popolari costrinsero nel 2000 Fujimori alle dimissioni e alla fuga in Giappone. Nonostante le gravi accuse a suo carico, il Giappone negò ripetutamente l’estradizione in Perù. Nel 2006, nella speranza di poter candidarsi per le elezioni presidenziali, si trasferì in Cile, dove fu tuttavia arrestato. Estradato in Perù nel 2007, nel 2009 fu infine condannato a oltre trent’anni di carcere.