Friuli-Venezia Giulia

Regione autonoma della repubblica italiana. Abitata, in età preromana, da popolazioni veneto-illiriche e celtico-liguri (V secolo a.C.), nel II secolo a.C. fu conquistata dai romani, che nel 181 fondarono la colonia di Aquileia. Dopo la crisi dell’impero occidentale, a causa della posizione geografica particolarmente esposta, fu oggetto di numerose conquiste, invasioni e incursioni, da parte dei visigoti e degli unni di Attila (452) nel V secolo d.C., dei bizantini e dei longobardi (che vi fondarono il proprio primo ducato, 568-76) nel VI, di Carlo Magno, che organizzò la marca del Friuli (794), nell’VIII, degli ungari e dei duchi di Baviera e Carinzia (954) nel IX e X. Dal 1077 e fino al XV secolo, fu sotto la preponderante influenza del patriarca di Aquileia, che governò, in collaborazione con il Parlamento della Patria del Friuli, gran parte della regione, con l’eccezione di alcuni feudi, come la contea di Gorizia, e comuni, come Trieste. All’inizio del XVI secolo fu contesa tra la repubblica di Venezia e l’impero, che dopo la vittoria di Agnadello (1509) ottenne Trieste e Gorizia. Sotto gli Asburgo la Venezia Giulia conobbe la mescolanza etnica con tedeschi, sloveni e croati, e, soprattutto a partire dal dispotismo illuminato di Maria Teresa (1740-80), un’amministrazione efficiente, che consentì a Trieste di diventare un grande e fiorente porto di collegamento tra il Mediterraneo e il centro dell’impero. Col trattato di Campoformio (1797) e, poi, col congresso di Vienna (1814-15), dopo la dominazione francese nell’età napoleonica (1805-1814), l’intera regione passò sotto la dominazione austriaca. La parte friulana entrò nel regno d’Italia nel 1866, dopo la terza guerra d’indipendenza. Trieste divenne italiana dopo la prima guerra mondiale (1919), che ebbe nel Friuli il centro strategico del conflitto tra Italia e Austria-Ungheria (battaglie dell’Isonzo). La regione fu, quindi, turbata dai conflitti etnici tra italiani e sloveni, dapprima con la politica di “italianizzazione” del regime fascista, poi con i massacri di italiani nelle foibe, durante la seconda guerra mondiale. La seconda guerra mondiale vide il duro regime di occupazione tedesca (1943-45), con il campo di sterminio della risiera di San Sabba, ma anche l’esperimento partigiano del territorio libero di Carnia (1944). Dopo il conflitto, il Friuli-Venezia Giulia divenne regione autonoma a statuto speciale della repubblica italiana (1947). Trieste, dapprima territorio libero, tornò all’Italia nel 1954. La regione, dopo un periodo di declino legato alla parziale perdita di importanza internazionale del porto di Trieste, a partire dagli anni Cinquanta conobbe uno sviluppo industriale che coinvolse soprattutto la provincia di Pordenone e si fondò sulle piccole e medie imprese. La regione fu colpita nel 1976 da un gravissimo terremoto, cui fece però seguito una rapida ricostruzione.