Fratelli Musulmani

Organizzazione politico-religiosa egiziana.

Violentemente antioccidentale, si oppone a ogni forma di secolarizzazione della società araba e invoca invece il ritorno a un più rigoroso rispetto della legge coranica. Fu fondata nel 1928 a Ismailia, nei pressi del canale di Suez, da Hasan al-Banna col proposito di promuovere il riscatto dei lavoratori arabi attraverso l’educazione e il rispetto dei precetti coranici della solidarietà e dell’altruismo. Negli anni Quaranta giunse a raccogliere oltre cinquecentomila membri, assumendo via via carattere apertamente politico. Fortemente polemica nei confronti del governo egiziano, si dotò di un braccio armato, che si rese responsabile di numerosi atti terroristici, tra cui l’assassinio del primo ministro egiziano Mahmud al-Nuqrashi nel 1948. Dopo il fallito attentato contro Nasser (1954), fu soppressa e molti suoi esponenti di primo piano uccisi o incarcerati. Dopo almeno due decenni di clandestinità, riemerse negli anni Ottanta nel contesto della rinascita dei movimenti religiosi di matrice islamica e si diffuse nel Nordafrica, in Sudan, in Giordania, in Libano, in Palestina e in Siria, dove fu duramente repressa dal presidente Hafiz al-Assad. Nel 1980, attraverso alcuni candidati indipendenti, prese per la prima volta parte alle elezioni parlamentari egiziane, mentre boicottò per protesta quelle del 1990. Nel 2005 riuscì a conquistare 88 seggi, divenendo così la principale forza politica d’opposizione, nonostante i ripetuti tentativi messi in atto da parte di Mubarak per arrestarne il continuo rafforzamento elettorale.

Nel corso del 2011, prese parte alle proteste di massa che portarono alla caduta di Mubarak, assumendo nei mesi successivi un peso crescente nella vita politica egiziana. Nella primavera del 2011 fu fondato il Partito della libertà e della giustizia, il quale, nelle elezioni dello stesso anno, ottenne un’importante affermazione, conquistando quasi la metà dei seggi disponibili alla camera bassa del parlamento.
Nelle elezioni presidenziali del maggio 2012 il partito candidò il suo leader, Mohammed Morsi, che riuscì a imporsi su Ahmed Shafiq, già primo ministro sotto Mubarak. A causa della minaccia di scioglimento dell’Assemblea nazionale avanzata da parte della Suprema corte costituzionale egiziana, nei mesi seguenti Morsi avviò un aspro conflitto con il Consiglio supremo delle forze armate, che fu all’origine di nuove dimostrazioni e di scontri di piazza.