Forza Italia

Formazione politica promossa e organizzata nel 1994 dall’imprenditore milanese Silvio Berlusconi, in vista delle elezioni del 27-28 marzo. L’intento dichiarato di Forza Italia era quello di intervenire nella profonda ristrutturazione del sistema italiano dei partiti seguita alla crisi di Tangentopoli e segnata dal tracollo della Democrazia cristiana e del Partito socialista italiano: da un lato per impedire l’avvento al potere delle sinistre – paventato come assai probabile -, dall’altro per creare le premesse di un nuovo miracolo economico attraverso una politica di radicale liberismo economico e di privatizzazione degli enti pubblici. Nonostante alcune perplessità dovute alla posizione di monopolio nel campo dell’informazione di Berlusconi, proprietario delle tre reti televisive private a diffusione nazionale e di alcuni importanti giornali, il leader del movimento decise di “scendere in campo” in prima persona e di candidarsi alle elezioni politiche. Alla luce della necessità di costituire grandi alleanze per vincere una competizione con un sistema elettorale sostanzialmente maggioritario, Berlusconi cercò di coalizzare le forze di centrodestra e di destra, ma l’eterogeneità dei partiti alleati gli impedì di creare un blocco organico. Riuscì invece a costituire due diverse alleanze elettorali: al nord il Polo delle libertà con la Lega Nord di Umberto Bossi, al centro-sud il Polo del buongoverno con Alleanza nazionale di Gianfranco Fini. Nei due poli confluirono anche il Centro cristiano democratico e l’Unione di centro. Durante la campagna elettorale Forza Italia prospettò – oltre alla promessa di “un milione di posti di lavoro” – un’audace riforma fiscale, oggetto di grandi discussioni e numerose perplessità, che avrebbe dovuto fissare un’aliquota unica del 30% per le imposte sul reddito, con un sistema di detrazioni per i redditi più bassi. Gli schieramenti di centrodestra e di destra furono i grandi vincitori della competizione elettorale: i Poli delle libertà e del buongoverno e Alleanza nazionale (che al nord si era presentata con liste autonome), conquistarono insieme la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera (366 su 630) e la sfiorarono al Senato (122 su 315). Forza Italia ottenne 46 senatori e 119 deputati: un risultato straordinario per un partito con appena pochi mesi di vita. Silvio Berlusconi fu unanimemente considerato il trionfatore delle elezioni e ottenne la presidenza del Consiglio, ma già nel dicembre dello stesso 1994, dopo il ritiro della Lega Nord dal governo, dovette rassegnare le dimissioni. Da allora Forza Italia, che pure gode di ampi consensi nel paese, è rimasta all’opposizione: durante il governo Dini (1995) e, dopo le elezioni del 1996, in cui fu sconfitta se pur di misura dai partiti della coalizione di centrosinistra, durante i governi Prodi (1996-98), D’Alema (1998-2000) e Amato (2000-01). Ricucita l’alleanza con la Lega Nord, essa riportò una netta vittoria alle elezioni regionali dell’aprile del 2000. Presentatasi alle elezioni politiche del 2001 come fulcro della coalizione di centrodestra “Casa delle Libertà”, ottenne un significativo successo che consentì al suo leader Silvio Berlusconi di formare il suo secondo governo. Nelle successive consultazioni elettorali e, in particolare, in occasione delle regionali del 2005, Forza Italia registrò un sensibile calo dei consensi, pur restando il primo partito all’interno della “Casa delle Libertà”. Nelle elezioni politiche del 2006 la coalizione di centrodestra di cui faceva parte fu sconfitta di margine da quella di centrosinistra e pertanto, nel successivo governo, restò all’opposizione. Nel novembre del 2007, in occasione di una manifestazione contro il governo, il suo leader, Silvio Berlusconi, annunciò la prossima formazione di un nuovo soggetto unitario, il “Popolo della Libertà” (PdL), all’interno del quale sarebbero confluiti Forza Italia, Alleanza Nazionale e alcuni altri partiti minori del centrodestra. In attesa della nascita vera e propria del PdL, alla vigilia delle elezioni anticipate del 2008, essa diede vita a una federazione con Alleanza Nazionale, che si alleò con la Lega al centro-nord e con il Movimento per le autonomie al centro-sud. La coalizione di centrodestra così formata ottenne un ampio successo elettorale che la riportò al governo del paese. All’indomani del successo elettorale, nel novembre del 2008 il consiglio nazionale sancì la confluenza di Forza Italia nel nuovo soggetto unitario, affidando a Berlusconi la gestione del processo di transizione. Forza Italia si sciolse quindi nel marzo del 2009 quando, insieme ad Alleanza Nazionale, confluì formalmente nel neo-costituito PdL, che divenne così il primo partito italiano. Sul piano europeo, Forza Italia aderì nel 1995 all’Unione per l’Europa (UpE) e nel 1999 al Partito popolare europeo (PPE).