fisiocrazia

Scuola economica la cui data di nascita viene fatta coincidere con la pubblicazione in Francia del Tableau économique di F. Quesnay nel 1758, anche se il termine fisiocrazia (physis, natura, e cratòs, signoria o dominio) comparve solo nel 1767 nel titolo di un’antologia curata da P.S. Du Pont de Nemours. Ispirandosi alle idee del giusnaturalismo e del razionalismo illuministico (Illuminismo), i fisiocratici attribuirono per la prima volta all’economia lo statuto di una scienza che deve individuare le leggi necessarie e universali della società fondandosi su un’“evidenza” puramente razionale. A partire dall’idea di un “ordine naturale” della società, i fisiocratici elaborarono una nuova teoria della ricchezza e della sua circolazione, scorgendo nell’attività agricola la sola capace di fornire un “prodotto netto”, frutto della spontaneità della terra sollecitata dall’intervento umano, e definendo “sterili”, cioè incapaci di produrre nuova ricchezza, le attività manifatturiere. Da qui le proposte di intervento pratico, fra cui l’imposta fondiaria unica, l’investimento di capitali in agricoltura e la liberalizzazione del commercio dei grani, cui si ispirò la politica di riforme di Turgot nel biennio 1774-76, il cui fallimento chiuse la stagione più fortunata della scuola. In politica i fisiocratici sostennero la teoria del “dispotismo legale” cui affidarono il compito non di legiferare, ma di tradurre in norme positive le leggi naturali.