Fini, Gianfranco

(Bologna 1952, viv.). Uomo politico italiano. Successore di Almirante alla guida del MSI dal 1987, attuò la transizione del partito dall’originaria identità neofascista alla collocazione nella destra europea moderna. Il segno dell’avvenuta trasformazione fu lo scioglimento del partito, che confluì nel 1995 in Alleanza Nazionale, formazione costituita nel 1994 in occasione delle elezioni politiche. Fini divenne il leader del nuovo partito, alleato con Forza Italia e partiti minori in un polo di centrodestra nell’ottica dell’affermazione in Italia di un sistema politico bipolare. Caldeggiò le riforme costituzionali in direzione del presidenzialismo. Dopo la vittoria della coalizione di centrodestra alle elezioni politiche del 2001, divenne vicepresidente del Consiglio nel governo Berlusconi, ricoprendo anche la carica di Ministro degli Esteri dal 2004 al 2006. Nel corso della XV legislatura fecero discutere le sue posizioni in tema di immigrazione e di fecondazione assistita. Alla vigilia delle elezioni del 2008 annunciò la fusione di Alleanza nazionale con Forza Italia per dare vita a un nuovo soggetto politico di centro-destra, il Popolo della libertà. All’indomani della vittoria elettorale dello stesso anno, fu nominato alla Presidenza della Camera. Dopo una lunga serie di polemiche con la Lega di Bossi e di contrasti con lo stesso Berlusconi, nel luglio nel 2010 l’ufficio di presidenza del Popolo della Libertà lo estromise per incompatibilità dal partito.
Rimase, nonostante le contestazioni, alla Presidenza della Camera e, nel settembre dello stesso anno, diede vita a una nuova forza politica, Futuro e Libertà, la quale, una volta uscita dalla coalizione di governo e confluita in una coalizione di centro denominata “Terzo Polo”, avviò con gli ex-alleati un’aspra polemica politica. Alla caduta del governo Berlusconi, nel novembre 2011, si schierò a favore dell’insediamento del governo Monti. Alle elezioni politiche del febbraio 2013 Futuro e Libertà si presentò in coalizione con la lista di Mario Monti, Scelta civica, e l’UDC di Pier Ferdinando Casini, ma il deludente risultato elettorale non consentì l’elezione di alcun deputato. Il mese successivo lasciò la carica di Presidente della Camera dei Deputati per essere sostituito da Laura Boldrini.