Fichte, Johann Gottlieb

(Rammenau, Sassonia, 1762, † Berlino 1814). Filosofo tedesco. Tra i maggiori esponenti dell’idealismo, fu all’inizio influenzato da Kant nella costruzione di un sistema filosofico fondato sui problemi della conoscenza e della morale; ma fu anche attento interprete della temperie politica e culturale del suo tempo. Nell’analisi della Rivoluzione francese sostenne il diritto dell’uomo alla libertà in quanto strettamente connesso con la sua esistenza come essere intelligente e il ruolo pedagogico dello stato come agente di progresso (Contributo alla correzione dei giudizi del pubblico sulla Rivoluzione francese, 1793). L’importanza della cultura e i doveri dell’intellettuale furono ribaditi ne La missione del dotto (1794). Nelle sue riflessioni politiche attribuì allo stato una funzione centrale sia nella realizzazione dei diritti originari e naturali dell’individuo, pur sottolineando l’esistenza di una sfera di libertà individuali autonoma (Fondamenti del diritto naturale, 1796), sia nella creazione del benessere generale tramite una giusta distribuzione, ottenibile con la regolamentazione dell’economia, il protezionismo e l’autarchia (Lo stato commerciale chiuso, 1800). Intorno al 1800, convinto della superiorità della fede sulla ragione morale, spostò il suo interesse verso questioni di natura teologica, e allo stesso tempo si avvicinò al Romanticismo. Nei Tratti fondamentali dell’epoca attuale (1806) espose una filosofia della storia intesa come progressivo realizzarsi della ragione dall’istinto alla libertà, mentre nei Discorsi alla nazione tedesca (1807-1808), tenuti dopo la sconfitta della Prussia a opera di Napoleone Bonaparte, celebrò la missione rigeneratrice europea del popolo tedesco, incitandolo a riprendere la lotta per la libertà tradita dalla Francia, e auspicò la creazione, sulla base dell’educazione filosofica nazionale, dello stato socialista del futuro. Dal 1811 al 1812 fu rettore della nuova Università di Berlino.