FIAT

Sigla di Fabbrica Italiana Automobili Torino. Industria automobilistica fondata nel 1899. Ebbe una forte crescita durante la prima guerra mondiale, grazie alle forniture belliche di autocarri, aeroplani e motori per navi, estendendo progressivamente la propria attività ai settori aeronautico, ferroviario, meccanico strumentale (macchine agricole e per l’edilizia), navale, elettronico. Fu la più importante industria italiana negli anni del fascismo, in cui lanciò modelli famosi come la Balilla e la Topolino. Nel secondo dopoguerra trainò il “miracolo economico” italiano degli anni 1958-62, contribuendo, con la produzione di automobili utilitarie come la “600”, alla diffusione della motorizzazione privata, e divenne un’impresa multinazionale con filiali in America latina e nei paesi comunisti dell’Est europeo. La forte richiesta di manodopera delle sue catene di montaggio provocò grandi flussi migratori dal meridione a Torino. Rispose alla crisi degli anni Settanta con una profonda ristrutturazione produttiva fondata su modelli postfordistici, con aumento dell’automazione e riduzione della manodopera. Acquisì progressivamente tutte le industrie automobilistiche italiane (Lancia, Autobianchi, Alfa Romeo, Ferrari), conseguendo una posizione di monopolio di fatto nel settore che la mise in grado di competere sul mercato europeo con i gruppi francesi e tedeschi. Nel 1978 divenne una holding e, con la sua società finanziaria IFI, s’impegnò in numerosi settori tra cui l’editoria (La Stampa) e le assicurazioni (Toro). Nella seconda metà degli anni Ottanta, nonostante l’acquisto del prestigioso marchio Alfa Romeo, la FIAT cominciò a registrare una netta compressione della propria fetta di mercato nel settore automobilistico. Nel 2000, nel contesto del capitalismo globalizzato, siglò un accordo industriale col colosso americano General Motors, che, però, cinque anni dopo, si ritirò a fronte del pagamento di un ingente penale.
I primi anni Duemila furono segnati dalla crisi del gruppo, alla cui guida, dopo la scomparsa di Gianni Agnelli (2003), si succedettero prima Umberto Agnelli, poi Luca Cordero di Montezemolo e infine, dal 2010, John Elkann. Nel 2004 ne divenne amministratore delegato Sergio Marchionne, che negli anni successivi intraprese un ambizioso quanto controverso programma di ristrutturazione, che comprese, tra le numerose altre misure, l’ipotesi di fuoriuscita da Confindustria, la chiusura degli stabilimenti ritenuti improduttivi in Italia, al produzione di nuovi modelli automobilistici e nuove forme contrattuali. Nel 2009 avviò una collaborazione strategica con un altro colosso americano, la Chrysler, per la produzione negli Stati Uniti di veicoli a basso consumo. I maggiori artefici del suo sviluppo furono Giovanni Agnelli, Vittorio Valletta e Gianni Agnelli.