Feuerbach, Ludwig

(Landshut, Baviera, 1804, † Rechenberg, Norimberga, 1872). Filosofo tedesco. Scrisse l’Essenza del cristianesimo (1841), i Principi della filosofia dell’avvenire (1843) e L’essenza della religione 1846). Dopo un’iniziale collaborazione con la sinistra hegeliana, della quale condivideva la critica al cristianesimo, si allontanò dalla filosofia di Hegel, che respinse per il suo carattere speculativo e sistematico, ed elaborò un pensiero materialistico-naturalistico. Centrale nella sua filosofia fu la critica del cristianesimo e della religione in generale. Dio non è, per Feuerbach, che la proiezione in un essere immaginario e fittizio dei valori e dell’essenza dell’uomo. La teologia deve dunque diventare antropologia, cioè scoperta dell’essenza e dei bisogni dell’uomo a partire dall’interpretazione delle esperienze religiose. La religione diventa una forma di “alienazione” quando l’uomo dimentica di essere stato il creatore dell’idea di Dio e, rovesciando il rapporto, si sente creatura dipendente e subordinata a Dio, per il quale è disposto a sacrificare la propria libertà. La filosofia speculativa riproduce, secondo il pensatore tedesco, il rovesciamento della religione e, come una teologia mascherata, che sostituisce Dio con concetti quali lo spirito o l’Idea, contribuisce a tenere l’uomo in uno stato di subalternità di fronte a una potenza estranea. La filosofia dell’avvenire deve partire invece dall’individuo concreto, con i suoi sentimenti e bisogni, tra i quali emerge per importanza l’esigenza di amore e di comunicazione intersoggettiva. L’insieme di queste argomentazioni – e in particolare il concetto di alienazione – fu poi ripreso e rielaborato da Karl Marx.