femminismo

Movimento per l’emancipazione delle donne. Ebbe inizio alla fine del XVIII secolo, quando le donne francesi, nel corso della Rivoluzione, proclamarono la “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” (1790), e quando in Inghilterra M. Wollstonecraft scrisse La rivendicazione dei diritti delle donne (1792). Oltre al diritto di voto (suffragismo), i movimenti femministi espressero richieste nel campo dei diritti civili, sociali ed economici. Essi rivendicarono una parità che era stata negata da secoli di società e di cultura maschilista e ancor più dallo sfruttamento nel sistema industriale. Gli obiettivi divennero via via l’emancipazione sul lavoro, il diritto all’istruzione, una nuova normativa sulla famiglia, sul divorzio e sull’aborto, ma, soprattutto, una nuova mentalità e un nuovo costume nei rapporti tra i sessi. Il legame tra il femminismo e le più generali battaglie democratiche e socialiste fu sottolineato da figure come A. Kuliscioff e dall’intensa partecipazione delle donne alle lotte operaie, alla Rivoluzione russa (I. Armand, A. Kollontaj, C. Zetkin), alle resistenze partigiane (in Italia nacque nel 1944 l’UDI, Unione donne italiane). Nel secondo dopoguerra molte conquiste furono ottenute e il movimento conobbe una stagione di grande attività e influenza sulla società e sul costume con il neofemminismo degli anni Sessanta e Settanta. Sorto negli USA, ma subito diffusosi in tutti i paesi del mondo industriale avanzato, il neofemminismo si batté contro ogni forma di maschilismo nel costume e nella vita sociale e per la libertà sessuale. Le femministe cercarono di costruire una cultura femminile autonoma e alternativa a quella maschile, con giornali, pubblicazioni e organizzazioni solo femminili; di diffondere la volontà di emancipazione con i collettivi di autocoscienza femminista; in taluni casi, di vivere senza figure maschili in comunità di sole donne. Se il principio dell’emancipazione penetrò, grazie al femminismo, in fasce sociali sempre più ampie, le esperienze più radicali del movimento furono tuttavia coinvolte nel generale declino dei movimenti di contestazione alla fine degli anni Settanta.