Federico I Barbarossa

(Weiblingen 1122 circa, † fiume Salef, Cilicia, 1190). Re di Germania dal 1152 al 1190 e imperatore del Sacro Romano Impero dal 1155 al 1190. Figlio del duca di Svevia Federico II e di Giuditta, figlia del duca di Baviera Enrico IX, della casata guelfa, fu eletto re di Germania nella speranza che, unendo le due dinastie rivali degli Hohenstaufen e dei Guelfi, ponesse fine ai contrasti interni del regno. Deciso a non riconoscere la supremazia papale sull’imperatore che i papi avevano acquisito durante la lotta per le investiture, avviò un’ampia azione in Germania e nell’impero mirante a tre obiettivi complementari: l’incoronazione imperiale, la pacificazione della Germania e la riaffermazione del potere regio in Italia. Base di questa concezione era un rigoroso senso dell’autorità imperiale e della sua missione ecumenica, fondato sul modello giuridico-spirituale di Giustiniano. In Germania la sua politica fu caratterizzata dalla collaborazione con i grandi principi nel rispetto delle loro prerogative (come il cugino e rivale Enrico il Leone di Sassonia, cui nel 1156 restituì la Baviera), ma allo stesso tempo dal rafforzamento del suo potere grazie al consolidamento dei rapporti di vassallaggio e all’acquisizione di nuovi territori (come il regno di Borgogna dopo il matrimonio con Beatrice, 1156). Federico creò così un proprio territorio imperiale (amministrato dai ministeriales, fedeli funzionari di origine servile) accanto ai territori dei grandi principi. La sua politica italiana fu rivolta in un primo tempo solo contro le libertà dei comuni. Con il patto di Costanza (1153) si impegnò, in cambio della corona e del riconoscimento dei diritti imperiali da parte papale, a combattere il comune di Roma, insorto contro il papa Eugenio III sotto la guida di Arnaldo da Brescia. Alla prima dieta di Roncaglia (1154) pretese la restituzione dei diritti regi di cui i comuni si erano appropriati, e proclamò la sottomissione dei comuni a podestà di nomina imperiale. Nel 1155 fu incoronato re d’Italia (17 aprile) e imperatore (18 giugno) dal papa Adriano IV, dopo avergli consegnato Arnaldo da Brescia. Il contrasto con il papato, oltre che con i comuni, iniziò ad acuirsi nel 1157-58 (diete di Besançon e di Roncaglia) Fu allora che Federico ribadì la supremazia imperiale, teorizzata dal cancelliere Rinaldo di Dassel. Dopo la conquista di Milano (1158), l’atteggiamento di Federico nelle nomine ecclesiastiche portò all’elezione papale del suo maggiore nemico, Alessandro III (1159), che riunì contro di lui una coalizione comprendente il re di Sicilia Guglielmo I, l’imperatore bizantino Manuele I Comneno e una lega di città venete. Federico sostenne invece l’elezione di Vittore IV (1159-60), aprendo uno scisma che ebbe ripercussioni anche in Francia e in Inghilterra. Di fronte al rifiuto di Crema e Milano di soddisfare le richieste fatte a Roncaglia, Federico le rase al suolo (1160 e 1162). Alla morte di Guglielmo I (1166), scese per la quarta volta in Italia; occupò Roma (luglio 1167), ma dovette abbandonarla per un’epidemia di malaria, di cui fu vittima anche Rinaldo. La morte di questi provocò un mutamento nella strategia imperiale e l’inizio di una distensione con il papato. Ma intanto la ribellione delle città lombarde, che con il giuramento di Pontida (7 aprile 1167) avevano creato con la lega veneta un’unica lega lombarda, ravvivò la resistenza anti-imperiale, i cui simboli divennero la ricostruzione di Milano e la fondazione della città di Alessandria, così chiamata in onore di Alessandro III. Federico poté tornare in Italia solo nel 1174; dopo avere inutilmente assediato Alessandria, negoziò con i comuni l’armistizio di Montebello (1175), ma il fallimento delle trattative portò alla ripresa della guerra. Privo dell’appoggio di Enrico il Leone, tornato in Germania, Federico fu sconfitto dalla lega lombarda a Legnano (29 maggio 1176). Con il trattato di Anagni (1176) e la pace di Venezia (1177), riconobbe Alessandro III come il vero papa; ma la pace con i comuni lombardi fu definitivamente conclusa solo nel 1183, a Costanza. Non si trattò tuttavia di due sconfitte per Federico, che vide anzi confermate le sue prerogative di sovrano. In Germania il sistema feudale come base dell’ordinamento imperiale fu ulteriormente rafforzato dalla lotta di Federico contro Enrico il Leone, che cercava di estendere il suo potere. Nel 1180 Federico lo depose e concesse la Baviera a Ottone di Wittelsbach; d’ora in poi solo i principi che ricevevano le loro terre direttamente dall’imperatore poterono far parte del ristretto gruppo dei “principi imperiali” (Reichsfürsten). Con il matrimonio tra suo figlio Enrico (il futuro Enrico VI) e Costanza d’Altavilla, erede del regno di Sicilia (1186), Federico aprì la prospettiva di un’unione tra impero e Italia meridionale. L’avvio di una politica mediterranea fu rafforzato dalla preparazione di una crociata (1189) per liberare Gerusalemme, conquistata dal Saladino nel 1187. Ma, giunto in Asia Minore, Federico annegò mentre attraversava il fiume Salef.