Fanfani, Amintore

(Pieve Santo Stefano, Arezzo, 1908, † Roma 1999). Uomo politico italiano. Capo della corrente “Iniziativa democratica” della sinistra democristiana, partecipò con continuità alla vita della repubblica come parlamentare, uomo di partito e ministro in numerosi governi. Negli anni del centrismo, come ministro ai Lavori pubblici del governo De Gasperi, attuò con il piano INA-Casa (1949) una politica di edilizia popolare. Segretario della DC dal 1954 al 1959, introdusse nel partito quella sensibilità alla modernizzazione del paese e ai problemi sociali che portò progressivamente all’apertura al PSI. L’importanza che attribuì al settore pubblico dell’economia e al suo controllo da parte della DC ebbe un peso non indifferente nel favorire l’occupazione democristiana dello stato, con gli effetti negativi del clientelismo e della corruzione. Nel 1958 guidò un governo ancora centrista, ma nel 1960, dopo la crisi Tambroni, ottenne per il suo nuovo esecutivo l’astensione del PSI, che divenne appoggio esterno nel 1962. Quest’ultimo governo (1962-63) avviò la fase del centrosinistra, realizzando alcune importanti riforme: la nazionalizzazione dell’industria elettrica con l’istituzione dell’ENEL (1962), la legge sulla scuola media unica con l’estensione dell’obbligo a 14 anni (1963). Negli anni successivi si distinse ancora in due occasioni: nel 1967, quando, come ministro degli Esteri, cercò di intavolare una mediazione tra le parti durante la guerra arabo-israeliana; nel 1974, quando guidò la DC in una battaglia contro la legge sul divorzio, che si concluse con una clamorosa sconfitta in sede referendaria. Nominato senatore a vita nel 1972, ha presieduto ancora per breve tempo due governi nel corso dell’ottava e della nona legislatura, nel 1982-83 e nel 1987.